di Marco Brunacci
SPOLETO (Perugia) – Batticuore per la delibera sulla privatizzazione della municipalizzata Ase. Ovvero i dolori del non più giovane Sisti, sindaco in Spoleto.
Tra poche ore si saprà se il sindaco della città del Gran Ducato deciderà di fare una figura barbina ritirando la delibera che affida alla multiutility-gigante Hera l’illuminazione cittadina oppure accetta di rischiare il posto, spaccando la sua maggioranza, mantenendo la delibera.
Pronostico: i più accreditati bookmakers cittadini sostengono che Sisti punterà a mantenere il posto, ma comunque ne uscirà con le ossa rotte.
Come si è arrivati a questo? Un sindaco del rinnovamento, Sisti, espressione di una coalizione ampia Pd-Sinistra-M5s-Civici, si incarta su un progetto di sicuro innovativo proprio perché non se ne capisce l’utilità.
Decide prima di sostituire il presidente della sua unica municipalizzata, anche se ha rimesso i conti in ordine e, tramite gara Consip, privatizza.
Apparecchiando un piatto goloso per l’opposizione, dividendo la sua maggioranza, adducendo come motivazione un piccolo risparmio di 100 mila euro, soldo più soldo meno, per il Comune.
Ma sacrificando Ase e tutti quelli che ci lavorano dentro, col sindacato imbufalito.
Sisti si salverà facendo in consiglio comunale, tra poche ore, una repentina retromarcia? Possibile, ma resta il dato politico: i moderati dello schieramento difficilmente torneranno a fidarsi di lui come prima, un pezzo di sinistra se la è legata al dito.
In più Sisti si è segnalato per aver inseguito il patto di territorio con il sindaco Bandecchi. Un dito nell’occhio di De Luca e M5s, ma anche di gran parte del Pd.
Facendo gridare l’opposizione al centrosinistra in pezzi”. E vagli a dare torto.
Per recuperare (o per alzare fumo per coprire le sue difficoltà) eccoti la manifestazione per la difesa dell’ospedale di Spoleto, insidiato sì ma solo dalla logica e dal buon senso.
Un omaggio al populismo, evidentemente indispensabili in questi tempi grami per la politica seria.


