«Uova sode e insalata. Ma gli spaghetti?», Pacifici e il primo pranzo a Mirafiori. Quando l’industria umbra trattava con gli Agnelli

Una cena d’inverno con il visionario imprenditore spoletino e la nostalgia per le imprese delle sfide e della crescita economica dell’Umbria

m.brun.

PERUGIA – Una sera di inverno, tra le luci e i velluti della Country chic di Ottavi, un pezzo di quella Perugia che si scopriva di anno in anno nobile e grande, Alberto Pacifici raccontava da narratore appassionato, quel suo primo pranzo a Mirafiori. Da un lato della tavola lui e i suoi tecnici, dall’altro Umberto Agnelli e il team di Ghidella.

Iniziò: «Eravamo tutti molto soddisfatti dell’incontro della mattina. Eravamo orgogliosi di quello che avevamo proposto, loro li abbiamo visti prima sorpresi poi soddisfatti. A mezzogiorno una signorina severa ci invitò a salire nella sala tutta per noi. “Avete un’ora, poi riprendiamo”. Ci invitarono a servirci con quello che c’era in tavola. Uova sode, insalata verde, carote grattugiate. Poi ancora l’invito. Finché l’ora terminò e arrivò il caffè. Ancora mi ricordo la delusione».
Sorrise Pacifici, la sguardo vivacissimo, penetrante. Un visionario, concreto, lucido.
«Noi ci eravamo alzati all’alba per arrivare in tempo a Torino. E magari dovevamo sembrare provinciali, ma due spaghetti ce li aspettavamo davvero e ce li saremmo anche meritati».
Al tavolo di Ottavi si sorrise, si parlò dell’espansione all’estero della piccola azienda che aveva appena conquistato anche la Svezia.
E già quella sera – era diversi anni fa – arrivò una ventata di nostalgia di quando l’industria umbra trattava tecnologia con gli Agnelli (o magari con gli Agnelli ci discuteva, come nel caso dei Colaiacovo, alternativo in tante cose a Pacifici), ma parlava solo di crescita e di nuovi mercati. Altri tempi.

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