PERUGIA – Dal primo ottobre 2023 è ufficialmente visitabile la mostra “Il Perugino di San Pietro”. Promossa dalla Fondazione per l’Istruzione Agraria e dall’Università degli Studi di Perugia, l’esposizione è allestita presso la Galleria Tesori d’Arte, situata nel suggestivo complesso monumentale di San Pietro a Perugia. La mostra nasce con il contributo del Comitato promotore delle celebrazioni per il quinto centenario della morte del celebre pittore Pietro Vannucci, noto come “il Perugino”, attraverso l’importante partecipazione del main sponsor, Brunello Cucinelli Spa, e il determinante sostegno del GAL Media Valle del Tevere.
All’interno della mostra, è possibile ammirare una parte della ricostruzione dell’Ascensione di Cristo, dipinta dal Perugino per la Basilica di San Pietro a Perugia. L’opera fu commissionata dai monaci benedettini nel 1495 per il loro altare maggiore ed era una pala d’altare imponente, coronata da un Eterno benedicente con una predella contenente 11 scomparti, tra cui l’Adorazione dei Magi, la Resurrezione, il Battesimo e sei santi benedettini, oltre a san Costanzo e sant’Ercolano, i patroni di Perugia. Racchiusa da un grande armadio aperto che la proteggeva e che aveva alla sua sommità due grandi tondi con profeti, l’opera costituiva un vanto della città e del territorio per la sua complessità e bellezza. Questa straordinaria opera fu smantellata alla fine del Cinquecento e, nel 1797, in seguito alle requisizioni napoleoniche fu portata a Parigi, dove fu suddivisa e distribuita tra vari musei francesi. Oggi, l’Ascensione si trova a Lione, la predella è al museo di Rouen, i due Profeti si trovano a Nantes, mentre tre santi benedettini sono esposti nella Pinacoteca Vaticana e cinque sono rimasti nella sacrestia di San Pietro a Perugia.

La mostra “Il Perugino di San Pietro” per la prima volta riunisce tutti e undici gli scomparti della predella, tra cui l’Adorazione dei Magi, la Resurrezione e il Battesimo dal Museo di Rouen. Questi dipinti rappresentano alcune delle opere più spettacolari del Perugino, con colori vibranti, forme realistiche e paesaggi sorprendentemente luminosi e moderni.
La ricostruzione è integrata da antichi manoscritti esposti e soprattutto da un innovativo apparato multimediale che narra la storia e l’evoluzione della basilica e della pala d’altare del Perugino dal Quattrocento fino alle requisizioni napoleoniche, presentando una rielaborazione dell’opera originale, comprensiva di tutti gli scomparti dipinti, della cornice e dell’ampio armadio che la proteggeva.
Questo straordinario lavoro di ricerca è stato condotto da un team interdisciplinare coordinato dalla curatrice Laura Teza, professoressa associata di Storia dell’Arte moderna presso l’Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con il gruppo di lavoro delle professoresse Valeria Menchetelli e Francesca Funis del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale della stessa università. Da menzionare anche la partecipazione del rinomato restauratore e docente universitario Roberto Saccuman, esperto in supporti lignei per la pittura, che ha condotto un’analisi accurata delle tre tavolette nel museo di Rouen. Grazie a questo lavoro dettagliato, sono state gettate basi innovative per le future ricerche.