Massimo Monni

«L’ospedale di Perugia depotenziato e trasformato in una sorta di pronto soccorso»

La nota del candidato sindaco per Perugia Merita Massimo Monni sull’accorpamento delle due strutture di Neurochirurgia

Redazione Perugia

PERUGIA – «Qui si sta depotenziando e svuotando un’eccellenza dell’Ospedale di Perugia e, quel che è peggio, lo si fa con un’azione subdola, perché silenziosa e difficilmente comprensibile per i non addetti ai lavori, che sono poi la maggior parte dei cittadini», queste le parole del candidato sindaco per Perugia Merita Massimo Monni in merito all’accorpamento delle due strutture complesse di Neurochirurgia delle aziende ospedaliere di Perugia e Terni in una sola struttura complessa.

«L’amministrazione comunale – prosegue Monni in una nota – dovrà pur spiegare ai suoi cittadini l’incapacità di mettere in atto azioni forti contro la scelta della giunta Tesei di accorpare le due strutture complesse di Neurochirurgia delle aziende ospedaliere di Perugia e Terni in una sola struttura complessa interaziendale che avrà valenza regionale».

«Seguendo questo disegno approvato con la convenzione siglata lo scorso 30 gennaio che regola i rapporti tra Regione e Università di Perugia in materia sanitaria, la struttura complessa di Neurochirurgia rimarrà solo a Terni, con un solo primario che coordinerà entrambe le sedi, ovviamente da Terni. Con un asterisco a margine del nuovo allegato C – il documento in cui si schematizza il riassetto dei due ospedali – si puntualizza, infatti, che le equipe saranno integrate, formate da professionisti di entrambe le aziende e con possibilità di operare in entrambe le sedi. La vera sostanza della puntualizzazione è che l’ospedale di Perugia, il più importante della nostra regione, perderà una struttura che si è sempre contraddistinta per la sua alta specializzazione, il cui destino sarà quello di trasformarsi in una sorta di pronto soccorso dove verranno effettuati gli interventi più urgenti e la stabilizzazione dei pazienti “meno gravi”, che poi verranno mandati a Terni per l’intervento, con l’inevitabile rischio che comporta trasportarli da un ospedale all’altro e con una struttura rimasta all’osso costretta a fare la spola tra Perugia Terni».

Per Monni: «Va spiegato ai cittadini e ai pazienti del territorio che a Perugia non rimarranno che posti letto e medici che lavoreranno con un primario a capo che starà a Terni (sarà vero che dal 2022 se ne sono andati diversi medici dalla Struttura complessa di Terni?) nonostante il numero e la qualità delle prestazioni smentiscano questa scelta: dopo il Covid la quantità degli interventi eseguiti è rimasta stabile nonostante i posti letto siano stati quasi dimezzati e ci sia stato un forte incremento delle visite ambulatoriali. E nonostante la struttura di Perugia abbia sempre raggiunto tutti gli obiettivi assegnati, senza mai sforare il budget».
«Ma il sindaco Romizi – incalza ancora – non ha capito nulla di tutto ciò o, colpito dal “fuoco amico” (o quasi), della Regione, sta letteralmente svendendo un pilastro della sanità cittadina?».

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