in

Rigoletto al Gazzoli una scommessa vinta. «Ma ridateci il Verdi»

Per i prossimi appuntamenti gli Amici della lirica migrano. Manuela Canali: «Terni non merita di perdere il suo teatro di tradizione»

TERNI – Il Rigoletto all’auditorium Gazzoli, una scommessa vinta.  Il recupero del Verdi, una partita che gli Amici della lirica non hanno intenzione di perdere. Non foss’altro per l’importanza che ha per la comunità ternana riappropriarsi del suo teatro all’italiana, capace di ospitare spettacoli di qualunque tipo e soprattutto l’opera.  Una comunità che continua a programmare appuntamenti con la lirica, magari sperimentando allestimenti nuovi come nel caso del Rigoletto al Gazzoli. «Realizzare un’opera lirica come Rigoletto nella sala blu di palazzo Gazzoli è stata una scommessa che possiamo dire di aver vinto, pur con tutte le difficoltà del caso» – tira le somme Francesco Giordanelli, presidente dell’associazione Amici della Lirica della provincia di Terni. Fa un bilancio che tiene conto delle performance dei protagonisti, a partire dal baritono Marzio Giossi (Rigoletto):  «Crediamo di aver reso onore alla grande tradizione della lirica a Terni, che vanta artisti del calibro di Nera Marmora».  Ma ammette anche di aver programmato gli altri appuntamenti della stagione nei teatri della provincia, non a Terni. «Questo semplicemente perché a Terni spazi pienamente adatti alla lirica non ce ne sono». «E non ce ne sono da troppi anni – sottolinea Manuela Canali, musicista ed esperta di spettacolo – da 14 lunghissimi anni». Si riferisce al Verdi, chiuso dal 2010. «Far mancare ad una citta come Terni, che ha una tradizione musicale importante, un teatro di tradizione è gravissimo. Significa farle perdere la memoria storica e significa far crescere i giovani senza una cultura del teatro. Significa impoverirli».

«Intendiamoci, Rigoletto all’auditorium è l’estremizzazione dell’opera». Manuela Canali interpreta la scelta di rappresentare  il melodramma di Giuseppe Verdi al Gazzoli come una provocazione. E aggiunge: «Questa nuova generazione di ternani non ha mai visto un teatro». Indubbiamente è difficile che qualcuno abbia portato il proprio figlio alla Scala di Milano o al San Carlo di Napoli. «Nelle città che hanno un teatro di tradizione i bambini vengono educati all’ascolto e vengono coinvolti dalle scuole in progetti di teatro, danza e musica». Intervenuta alla conferenza stampa degli Amici della Lirica, Manuela Canali lancia l’idea di proporre all’amministrazione Bandecchi di costituire una commissione consultiva, fatta esperti di spettacolo, direttori d’orchestra, registi, attori, musicisti, poeti e danzatori, alla quale affidare il compito di verificare le esigenze culturali delle associazioni, delle scuole, dei cittadini. «Il teatro è un bene comune e deve essere condiviso con le parti che fanno programmazione». Il Secci? «Non è un teatro lirico». Il Verdi? «Era un grande teatro lirico, ridatecelo».

Ospedale di Spoleto

Spoleto decadence / La Cassazione gela il sindaco Sistiman e il suo autovelox. La Asl porta in Tribunale le fake news sull’ospedale

È sbocciata Primavera in Valnerina