A Perugia prove generali di “svolta a sinistra”, con la Ferdinandi la Schlein vuol prendersi il Pd e il nuovo campo largo

SPOTLIGHT DI MARCO BRUNACCI | Un ottimo spin doctor in azione qui, una campagna elettorale scientifica che ha fatto il salto di qualità e Vittoria, la candidata empatica che non ha problemi ad alzare il pugno chiuso e rivendicare la stella rossa, l’umanesimo marxista e la felicità. Sarà un test nazionale

di Marco Brunacci

PERUGIA – Uno spin doctor, uno dei migliori che ci siano in Italia, una campagna elettorale che cresce su uno schema di svolta a sinistra per niente improvvisato. Perugia diventa così un laboratorio per far nascere la “sinistra più altri partiti”, non il centrosinistra tradizionale, ma un campo largo inedito, tutti intorno al Pd della svolta a sinistra della Schlein.

Il salto di qualità c’è stato, ora è evidente a tutti, nella campagna perugina c’è un risvolto nazionale che può far felici alcuni e inquietare altri, ma c’è.

Elly Schlein, data per finita un giorno sì e l’altro anche, non solo è partita in contropiede ma un gol lo ha già segnato: la firma sul referendum di Landini per il jobs act, che ha messo in fuorigioco la sua ala moderata, come segnalato, con qualche sorpresa, da tutta la stampa nazionale. 

Ed ecco che a Perugia va in scena uno dei test che può essere decisivo per la segretaria, intenzionata a prendersi il Pd.

Perchè? Vediamo.

1. Vittoria Ferdinandi è la candidata ideale per far passare la svolta a sinistra. È empatica, molto comunicativa, è ideale per il campo che la sinistra da sempre vuol segnare come suo, quello dei “buoni”. 

Ma soprattutto è una candidata non si fa alcun problema di vantarsi della stella rossa che si è tatuata, nell’alzare il pugno chiuso dell’orgoglio rosso, di commuoversi nel ricordare l'”umanesimo marxista” (che pure in tanti vedono come un incubo alla base di regimi totalitari del passato secolo, che parevano essere stati bocciati definitivamente dalla storia), di promettere addirittura la “felicità”, di battersi per “diritti” che non sono gli stessi “diritti” di quelli degli alleati moderati nel suo partito o appena fuori dal suo partito.

Ferdinandi pesca poi soprattutto nell’elettorato 18-45 anni, quello che meno si ricorda di quanto “felicità” è stata distribuita da queste parti da 50 anni di potere di sinistra. 

2. A Perugia il centrosinistra non ha conosciuto una riscossa elettorale, ma ha vinto le elezioni studentesche all’Università, sottovalutate da quasi tutti. Le ha vinte però con una proposta tutta di sinistra, partendo dal giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico e dalla Schwa (il segno che indica nè maschio nè femmina) sulle poltrone degli invitati, presente la ministra Bernini.

3. Ferdinandi e lo spin doctor hanno inoltre capito che il consenso che l’attuale sindaco Romizi continua ad avere, si può colpire con slogan massimalisti, trancianti su ogni cosa, anche senza necessariamente un contatto con la realtà. Ma utili per dare l’idea di essere contro. Non tanto per colpire Romizi, che è un obiettivo troppo ambizioso, ma per evitare che da Romizi quel consenso si trasferisca a Margherita Scoccia, tacciata di essere “estremista” attraverso una narrazione mai “ufficiale” e gridata ma martellante.

4. Allo spin doctor (che dicono bravissimo) non sarà sfuggito infine che non solo Vittoria Ferdinandi è la candidata ideale per sigillare il Pd con il silicone della svolta a sinistra della Schlein, ma anche Perugia è un palcoscenico perfetto. 

E’ una città nè piccola nè grande, dove la sinistra ha una tradizione consolidata mista a voglia di rivincita, ma soprattutto dove si può perdere e non succede niente, ma se si vince puoi vendertela come un cambio del corso della storia, dove un presunto (ma organizzatissimo) David abbatte un certo tipo di Golia, anche se non ha avuto tempo di diventare un gigante.

5. La svolta a sinistra può contare anche su un effetto che non ti aspetti. Lo chiamiamo, per capirci al volo, “effetto Bandecchi”, cioè il desiderio di una parte dell’elettorato di cambiare pur di cambiare, di buttarla anche in confusione, in odio alla politica ufficiale, quella che prova a risolvere i problemi secondo le possibilità, e questo anche a costo di far diventare Perugia, di massimalismo in massimalismo, una città-macchietta, una caricatura. Pur di vedere, per l’appunto, l’effetto che fa (secondo la famosa canzone di Jannacci).

Dei rimedi che il centrodestra sta mettendo in campo contro questa (raffinata e per nulla improvvisata) strategia, parliamo nella prossima puntata.

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