Tagli, i sindaci di centrodestra umbri: «Dai nostri colleghi di sinistra solo polemiche»

La risposta alle accuse mosse dai primi cittadini progressisti

R.P.

PERUGIA – I 33 primi cittadini di centrodestra fanno quadrato e puntano il dito contro i colleghi di centrosinistra che nei giorni scorsi sono intervenuti contro il governo Meloni. «Quella dei sindaci di sinistra è solo una polemica politica – si legge in un documento firmato, tra gli altri, dai capi delle amministrazioni di Foligno, Gubbio, Umbertide, Orvieto e Todi – Lo dimostra il fatto che è stata sollevata a mezzo stampa e non in seno all’Anci, evitando appositamente qualsiasi tipo di confronto con i sindaci di centrodestra e civici, nonché con il presidente Toniaccini, che oggi subisce un attacco scomposto e inaccettabile per il quale manifestiamo tutto il nostro sdegno».

Si legge ancora nella nota: «Non diversamente dai nostri colleghi, anche noi abbiamo a cuore gli interessi delle nostre comunità, per questo riteniamo irresponsabile sostenere che, a causa di questi tagli, gli enti locali non saranno più in grado di erogare i servizi essenziali ai cittadini: questa è una bufala bella e buona e serve solo a creare un allarmismo ingiustificato. Al tempo stesso ci domandiamo quale credibilità possano avere dei sindaci che solo oggi, guarda caso a pochi mesi dalle elezioni regionali, si sollevano in proteste varie, ma nel corso di questi anni, quando al governo nazionale c’era la sinistra, hanno assistito in silenzio a quasi 40 miliardi di euro di tagli alla sanità pubblica, oppure al mancato rimborso di cinque miliardi di euro alle regioni per l’emergenza Covid». Secondo i primi cittadini di centrodestra di tratterebbero di «soldi promessi dall’ex premier Conte e mai arrivati, ma che sarebbero utilissimi oggi per abbattere le liste d’attesa e migliorare il servizio sanitario. E ancora, venendo all’Umbria, sono rimasti in silenzio, ad esempio, per i tagli ai trasporti disposti dalla giunta Marini, così come in silenzio sono rimasti di fronte al tracollo economico e finanziario delle comunità montane che rischia di far saltare i bilanci di tanti comuni. Per questo non accettiamo lezioni di grammatica istituzionale dai nostri colleghi di sinistra che, invece di rivolgersi a noi con accenti di immotivata superiorità morale, potrebbero più utilmente manifestare una qualche distanza dal contegno inappropriato tenuto dal sindaco di Spoleto in consiglio comunale».

I sindaci firmatari
Enrico Bacoccoli (Valfabbrica), Valerio Bazzoffia (Bettona), Giuliano Boccanera (Norcia), Virginio Caparvi (Nocera Umbra), Luca Carizia (Umbertide), Elisabetta Cascelli (Ferentillo), Agnese Cerquaglia (Monte Castello Di Vibio), Luciano Clementella (San Gemini), Marco Conticelli (Porano), Fabio Dottori (Scheggino), Leonardo Fazio (Attigliano), Vittorio Fiorucci (Gubbio), Fabrizio Gareggia (Cannara), Ferdinando Gemma (Trevi), Attilio Gubbiotti (Sellano), Antonio Liberati (Otricoli), Eridano Liberti (Torgiano), Giuseppe Malvetani (Stroncone), Gian Luigi Maravalle (Ficulle), Maria Elena Minciaroni (Tuoro Sul Trasimeno), Giovanni Montani (Acquasparta), Marco Morresi (Giove), Enea Paladino (Citerna), Laura Pernazza (Amelia), Manuel Petruccioli (Giano dell’Umbria), Fausto Risini (Città della Pieve), Antonino Ruggiano (Todi), Elisabetta Sabbatini (Castel Ritaldi), Roberta Tardani (Orvieto), Michele Toniaccini (Deruta), Enrico Valentini (Gualdo Cattaneo), Remigio Venanzi (Polino), Stefano Zuccarini (Foligno)

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