La polemica sui 19 bus Solaris con Filt Cgil consente a Melasecche di picchiare duro e di aprire lo scontro in campagna elettorale sul «ritorno all’indietro»

«Il sindacato dovrebbe congratularsi con la Regione», dice l’assessore, «per aver ottenuto il finanziamento per innovare». Ma sullo sfondo c’è la gara sul servizio pubblico, dopo anni e anni di conferme, molto sgradito a Cgil

M.Brun.

PERUGIA – «Sono 19 gli autobus elettrici Solaris, modello Urbino 12E, acquistati dall’Agenzia Unica per la Mobilità e il Trasporto Pubblico Locale destinataria da parte della Regione Umbria di specifico finanziamento ministeriale (DM 315/2021); l’acquisto si è concretizzato attraverso l’adesione ad accordo quadro su piattaforma Consip rispettando il tempo di scadenza previsto dal finanziamento (31/12/2022). Si fa presente che il mancato rispetto della predetta scadenza per la contrattualizzazione dell’ordine avrebbe comportato la decadenza dal beneficio del finanziamento di oltre 10 Mil di euro previsto dal DM citato. La Regione Umbria, per il tramite dell’Agenzia, è stata tra le poche realtà a rispettare i termini e beneficiare dello stanziamento».

Se uno chiede spiegazioni all’assessore regionale ai trasporti e alle infrastrutture, che anche candidato leghista, Enrico Melasecche, ottiene sempre risposte molto dettagliate. Ma la questione merita di essere riportata perchè non solo è uno dei tanti passaggi della guerra che la Filt Cgil ha dichiarato all’assessore e alla giunta di centrodestra, ma perchè è uno dei temi di rilievo della prossima battaglia elettorale.
Essendo tecnicamente difficile da eccepire, la questione è tutta politica, e sullo sfondo c’è la decisione di fare un  bando di gara per il servizio pubblico che la Filt Cgil vede come il fumo negli occhi, nonostante sia la prima garanzia, in tutto il resto d’Italia, per la qualità del servizio stesso.

Melasecche non si lascia pregare e picchia come un fabbro: «La FILT CGIL invece di complimentarsi con questa giunta regionale che ha rimesso in sesto Umbria Mobilità rispetto alle tragedie ereditate, invece di gioire della possibilità che è riuscita a riacquisire di acquistare i nuovi modernissimi mezzi di trasporto, invece di chiedere informazioni in ordine a quanto si sta facendo per strutturare i nuovi sistemi di ricarica, in considerazione che si tratta di una tecnologia mai fin qui utilizzata (abbiamo ereditato vecchi treni a gasolio e vecchi autobus a gasolio inquinanti) vomita veleno in modo ridicolo pur di distruggere quanto si sta con fatica ricostruendo». 

Ma è difficile discutere su questioni tecniche con lui, perché preparatissimo, semmai i problemi di opportunità, ma anche qui è difficile fare obiezioni sulla opportunità della gara sul servizio pubblico dopo tanto confermare. E allora ecco che Melasecche può ancora maramaldeggiare: «Rispetto al presunto spreco è solo quello di materia grigia che sarebbe quanto mai opportuno certi soggetti risparmino, informandosi prima e complimentandosi poi con una società partecipata dalla Regione oggi finalmente in grado di operare al meglio degli interessi degli umbri. A “marcire” è solo chi ha prodotto disastri organizzativi,  voragini di debiti, un servizio ottocentesco, gare furbescamente evitate e mancanza di trasparenza» . E parla di «gratuita cattiveria» e di «sciocchezze sparate a salve» di Filt Cgil, mentre bisognerebbe fare un buon servizio «alla verità, ai lavoratori, agli umbri, ma solo un maldestro tentativo di conservazione di posizioni di potere e di regresso».

E il tema del regresso, il tornare indietro, rispetto  quanto realizzato su trasporti e infrastrutture ma anche su altro (termovalorizzatore), diventa forse il tema principale dello scontro elettorale.

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