di Marco Brunacci
PERUGIA – Block notes, per motivi di sintesi, su tre argomenti che saranno decisivi nella prossima legislatura: il destino dell’aeroporto, la stazione di Collestrada e le infrastrutture in itinere, l’accordo di programma per l’Ast.
1.Il destino dell’aeroporto. A Tesei e Melasecche risponde la presidente Proietti. Il volo per Orio al Serio è stato soppresso. Il collegamento per Milano veniva considerato un bagno di sangue dal punto di vista economico e la chiusura era ovvia. Milano e il suo hinterland sono la parte economicamente più sviluppata dell’Italia e l’Umbria, in questo momento, ha un solo collegamento con quella zona: il Mitico Freccetta rossa che, costando sempre caro, parte all’alba da Perugia per ricordare a tutti che questa è un’area di serie B.
Ma Proietti ha dato altre indicazioni che lasciano intuire un futuro gramo per l’aeroporto: l’assemblea Sase non è stata convocata e non c’è una data, quindi niente piano industriale. Non solo: agli interroganti ha ribadito che il Comune di Perugia e quello di Assisi non pagheranno la loro quota perché la Corte dei Conti così ha detto.
Usciranno anche dall’azionariato, di cui, a questo punto detengono più del 10%, oppure per la Corte dei Conti ci possono restare come un peso morto? Che prospettiva ha l’aeroporto così ridotto?
2.La stazione di Collestrada. Per Melasecche interrogante il programma di Proietti era tassativo: la stazione si sarebbe fatta all’interno dell’aeroporto San Francesco. Secondo i calcoli dell’interrogante costo dell’operazione 380 milioni. Collestrada costa 10 milioni. L’assessore De Rebotti ha risposto che ci tentiamo Collestrada, opera per altro già finanziata. Dove ci sono i soldi, a quanto pare, verrà osteggiata l’azione dei “nietcong”, coloro che sono contrari alle opere e che sono diversi dentro questa amministrazione. Melasecche si è detto sorpreso ma soddisfatto che la Giunta abbia cambiato idea.
3.Il destino dell’Ast. È il più importante dei capitoli. L’interrogante era Eleonora Pace, la risposta molto vaga ancora dell’assessore De Rebotti (non della presidente Proietti, anche se il dossier Ast è il più importante di tutti quelli economici della Regione).
A scorrere il resoconto stenografico della risposta si evince poco o niente, ma segnali arrivano e sono, come tutto il clima intorno alle acciaierie, molto ma molto pesanti. Si sa che il 30 dicembre c’è stato un nuovo incontro al Ministero per varare l’Accordo di programma e non si è addivenuti a niente, ma soprattutto non c’è una data per un nuovo summit. Si sa che il nodo – come scriviamo sommessamente da mesi – è quello dell’energia, il cui costo esorbitante penalizza le aziende energivore in primis, in maniera da toglierle dal mercato. Si sa che l’Umbria non ha deciso se conferirà almeno il 30% dell’energia prodotta dalla centrale di Galleto a prezzo agevolato alle aziende regionali, partendo dalle energivore.
Si sanno però anche i commenti di chi sta seguendo la vicenda: forse l’unica possibilità che esiste è quella di arrivare a un mini-accordo di programma con 120 milioni di Pnrr e qualche altro investimento del gruppo privato. Naturalmente salta la decarbonizzazione dello stabilimento. Che ne dirà l’assessore all’ambiente De Luca?
E visto che ci siamo: che penserà quel tal qual sindacalista Cgil che, dopo non aver capito, per anni due, quanto fosse decisivo per Terni lavorare perché l’Accordo di programma andasse in porto il prima possibile, aiutando a superare gli scogli, adesso che tutto è
radicalmente cambiato continua a dare preoccupanti segnali di non capirci alcunché su quell’accordo che può saltare in ogni momento e perfino travolgere l’Ast?


