M.Brun.
PERUGIA – Quando il Ministero competente ha chiesto spiegazioni, in diversi si sono preoccupati, qualcuno invece ci ha sperato.
L’Università di Perugia, attraverso il suo ormai celebre decano, Ermanno Cardelli, potrà andare al voto nei tempi previsti. Quindi: doppio turno, non più il triplo, con conclusione entro e non oltre il prossimo 30 giugno.
Dalla riunione di ieri di legulei universitari di primo livello risulta che nella sostanza il Ministero ha accettato tutto.
I chiarimenti sono stati chiesti solo su aspetti formali e di rilievo minimo.
La strategia decisa, a questo punto, pare sia questa: risposta al Ministero in tempi rapidissimi, ad ore, per evitare che riparta l’odiosa procedura del silenzio-assenso. Altrimenti ci vorrebbero altri 60 giorni e le cose andrebbero troppo per le lunghe.
Ben inteso: dato che l’Ateneo è un ambientino che te lo raccomando, c’è sempre qualcuno disposto a fare peccato, pensando male.
Non è che finisce con un altro rinvio per avvantaggiare i candidati al rettorato ultimi arrivati?
Al momento non c’è motivo di sospettarlo, ma la corsa a rettore è così avvelenata che tutto è possibile. Non sfugge che nella storia pluricentenaria dell’Università perugina, per la prima volta, potrebbe essere eletto il candidato di sinistra (il più quotato Gammaitoni oppure il Marianelli sempre pieno di sorprese) e sarebbe una novità assoluta.
Quindi faro a occhio di bue sul decano Cardelli e attesa, la prossima settimana, per la data delle elezioni, primo e secondo turno. Anche se sarà molto difficile che si riesca a fissare prima dell’inaugurazione dell’anno accademico, ultima dell’era di Maurizio Oliviero, con la presenza del presidente della Repubblica, Mattarella.


