di Marco Brunacci
PERUGIA – Proviamo a fare uno “Scusate l’anticipo” (sperando di essere smentiti, ma non lo saremo) sulla stangata fiscale che sta per abbattersi sulla testa degli umbri. Il 15 aprile, d’ora in poi, verrà festeggiata Santa Stefania protettrice delle Tasse. La decisione è presa, la maggioranza tiene, alcuni esponenti hanno trattato un piccolo sconto.
Sindacati, Confindustria, Confcommercio, Cna, Confartigianato oggi benediranno la manovra nella versione cosiddetta “mitigata”. Si passerà da 110 milioni di tasse aggiuntive all’anno a circa 80 milioni. Un enorme trasferimento di denaro dalle tasche degli umbri a quelle della giunta regionale.
Si immagina che le imprese in cambio avranno dei benefici da fondi regionali.
Per chi, tra gli affezionati lettori, ha ancora voglia di intrattenersi su qualche aspetto tecnico sulla partenza di questa incredibile vicenda chiariamo:
1.il buco della sanità non esiste, ma c’è un lieve disavanzo che poteva essere trattato anche abbastanza facilmente con il Ministero.
Non è un’affermazione né di destra né di sinistra, categorie che non interessano Umbria7. È esattamente la realtà. Il lieve disavanzo (34 milioni) scompare e diventa addirittura un attivo, se la Giunta regionale accettasse di mettere a bilancio (come fanno le altre
Regioni) il pay back dispositivi sanitari che è stanziato dal Governo (del valore di circa 40 milioni).
2.Ma l’Umbria ha avuto, davanti al Ministero, un avvocato difensore (la presidente della giunta Proietti) che ha chiesto per i suoi clienti (i cittadini umbri) il massimo della pena., Curioso, no?
In questo contesto Proietti decide di reintegrare anche il Fondo di Dotazione dando al Ministero 6 milioni all’anno per 6 anni, senza fare alcuna trattativa in merito. Il Fondo è stato “disintegrato” a partire dal 2012, dal centrosinistra regnante. Nessuno finora ha considerato un’urgenza la restituzione. Tutto questo fa pensare, oltre all’atto di
autoflagellazione, che in questa giunta regionale il desiderio di mettere nuove tasse è irrefrenabile.
3.Un’ultima cosa da sapere: tutte le Regioni italiane stanno facendo fronte comune per trattare un fondo supplementare necessario a far fronte ai debiti della sanità, che ammontano a 1850 milioni (di cui i minimi 34+6 dell’Umbria, dando per buoni i conti della Proietti che buoni non sono). Vuol dire che anche senza ricorso al pay back – che
solo all’Umbria fa ribrezzo – la Regione potrebbe andare in pareggio. Su questo diremo dopo un’altra cosa.
4.L’antefatto è spiegato, ora ecco come sarà la manovra con lo sconto: l’aumento del bollo auto pare scongiurato, mentre resta al momento il salto al 4,4% dell’Irap, imposta sulle attività produttive.
Ma eccoci all’Irpef: sotto i 28 mila euro non ci saranno aumenti significativi (la fascia Renzi).
I dolori iniziano (ma mitigati) da 28 mila euro in sù, mentre sono il massimo della pena possibile è per i redditi da 50 mila euro in più.
Spiegazione: i ricchi – che sono quelli che guadagnano 1500 euro al mese – pagheranno la manovra, ma per gli straricchi – cioè coloro i quali guadagnano 2.300 al mese più la tredicesima – sarà quaresima tutto l’anno.
Dando per buono il ragionamento dell’ultimo presidente Pd della Regione Catiuscia Marini, manovre di aumenti esponenziali di tasse, alla fine, verranno pagati dalle fasce più deboli in un tessuto sociale che è fatto di lavoratori non garantiti, di piccole e
piccolissime imprese artigiane e commerciali, e soprattutto di tantissimi pensionati. La diminuzione dei consumi, l’aumento dei prezzi, la contrazione degli investimenti, l’abbassamento netto dell’attrattività della regione, sono gli elementi attraverso i quali si trasferisce da sopra a sotto il livello sociale il peso della manovra.
La stangata vien di maggio: dal primo, festa del lavoro, si pagherà di più.
5.Conclusione con un piccolo warning per sindacati, Confindustria, Confcommercio, Cna, Confartigianato: la manovra della Proietti non prevede una parte vincolata di 40 milioni (il famoso 34+6). Sapete perchè? Perchè quella trattativa, che stanno facendo al Mef tutte le
Regioni, molto ragionevolmente andrà in porto. E anche l’Umbria finirà per beneficiarne.
La mancanza di vincolo, con la quasi certezza di un ulteriore intervento del Mef a favore delle Regioni in sanità, è un ulteriore motivo per concludere che la stangata in corso serve per fare altro.
Che cosa? Lo diremo nella prossima puntata


