Il matrimonio Proietti-Bandecchi resiste al gelo del Pd

La governatrice e il sindaco tengono la bussola per realizzare il nuovo Santa Maria

AU. PROV.

TERNI – I distinguo non sono mancati, soprattutto nel pomeriggio, quando il sindaco di Terni un paio di stilettate alla presidente della Regione le  ha date.  «Mi è apparsa confusa e senza un cronoprogramma» – ha esordito alla conferenza  stampa in Provincia. Ma sostanzialmente il matrimonio politico tra i due ha retto ai malumori della piazza e alle assenze di FdI, M5S e soprattutto del Pd, azionista di maggioranza della presidente Proietti.

Perché è possibile parlare di matrimonio che ha retto? Perché nella sede che conta, il consiglio comunale aperto, Bandecchi e Proietti si sono ritrovati su gran parte del percorso: individuare la migliore ubicazione per il nuovo Santa Maria entro dicembre;  affidare l’esecuzione del progetto (una operazione da 30 milioni di euro) entro  luglio 2026; mettere a punto il piano economico e finanziario dal 2027 in poi. Qui, tra la presidente e il sindaco, sono emerse diversità. La Proietti, con molto realismo, ha detto che è difficile che il Governo centrale intervenga con i 500 milioni di euro necessari ad edificarlo e che probabilmente servirà fare ricorso ai prestiti dell’Inail. Bandecchi, da capopopolo, i 500 milioni li pretende tutti dal Governo, fermo restando che secondo le sue stime ne bastano meno di 300.   Ma per stabilire la cifra esatta bisognerà attendere il progetto esecutivo. Invece dal consiglio comunale aperto è emersa  una forte volontà di andare avanti. Una volontà dettata dalla coppia Proietti Bandecchi, ampiamente supportata da una città che si è presentata con il suo abito migliore. Tutti gli interventi provenienti dalle organizzazioni sindacali, dalle associazioni, dal mondo delle professioni e da semplici cittadini, hanno portato valore aggiunto. Non è stata una gara a chi strillava di più, ma una seria riflessione sulle  possibili soluzioni e  sulla centralità dell’ospedale di Terni non solo come struttura per il territorio provinciale ma per quello regionale e delle regioni confinanti. In tanto supporto, è mancato quello dei gruppi consigliari di opposizione. Fratelli d’Italia , M5S e Pd continuano a stare sull’Aventino. Davvero singolare l’assenza del Partito democratico, che di fatto ha lasciato da sola la sua presidente (ha avuto con sé esclusivamente l’assessore De Rebotti e il consigliere di maggioranza Filpponi).

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