di ELENA CECCONELLI
TERNI – Da Terni, nel cuore dell’Umbria, arriva un segnale forte: l’innovazione non è solo appannaggio delle grandi città. È il messaggio che lancia “Aimazing”, la startup fondata da Samuel Benali e Federico Violini, che ha scelto di portare l’intelligenza artificiale dentro le piccole e medie imprese italiane con un linguaggio semplice e una visione profondamente umana. Li abbiamo intervistati per capire da dove nasce il progetto, quali sono le sfide del futuro e come la tecnologia può diventare un alleato quotidiano per chi fa impresa.
Come nasce Aimazing? Samuel Benali: «Aimazing nasce a Terni, e non per caso. Qui ci sono le nostre radici, le persone che amiamo e le aziende con cui siamo cresciuti. Quando abbiamo deciso di creare questo progetto, non pensavamo a una startup nel senso classico, ma a un’iniziativa capace di unire la nostra generazione, la tecnologia e i valori di questa terra Un partner fondamentale è stato Pagine Sì!, che ha creduto in noi sin dall’inizio e ci sostiene nello sviluppo e nella diffusione delle nostre soluzioni Da Terni vogliamo lanciare un messaggio: si può fare innovazione anche qui, senza dover andare altrove. Vogliamo che la nostra città diventi un simbolo di innovazione, non solo di tradizione».
Qual è l’aspetto distintivo di Aimazing? Federico Violini: «Il nostro punto di forza è l’approccio umano e pragmatico. Aimazing non parla del futuro in modo astratto, ma aiuta le aziende a viverlo oggi. Ascoltiamo, analizziamo e costruiamo soluzioni su misura, accompagnando le PMI italiane passo dopo passo verso una trasformazione reale. La partnership con Pagine Sì! ci permette di ampliare l’impatto e raggiungere migliaia di imprese, mettendo la nostra tecnologia al servizio del loro lavoro quotidiano. Non vendiamo sogni irraggiungibili, ma strumenti concreti che semplificano il lavoro e migliorano la vita di chi fa impresa».
Qual è la vostra visione sull’evoluzione dell’AI nelle imprese italiane? Samuel Benali: «L’intelligenza artificiale è la nuova rivoluzione industriale, e le imprese italiane hanno finalmente la possibilità di esserne protagoniste. Nel medio periodo vedremo l’automazione entrare stabilmente nei processi aziendali, e nel lungo termine l’AI sarà percepita come una risorsa quotidiana, non più come una novità. Noi vogliamo che questa trasformazione parta anche da Terni, affinché la città diventi un punto di riferimento per un’innovazione umana e sostenibile. Quando qualcuno dirà “l’intelligenza artificiale in Italia è nata anche lì”, sapremo di aver fatto la cosa giusta».
Quali settori oggi sono più recettivi all’automazione? Federico Violini: «Collaboriamo con oltre 200 imprese in tutta Italia, offrendo soluzioni che semplificano i processi e aumentano la produttività. In particolare, creiamo assistenti digitali che automatizzano attività ripetitive e gestiscono i clienti — migliorando customer care e lead generation. Sviluppiamo anche sistemi per ottimizzare la gestione dei dati aziendali e i flussi decisionali, con l’obiettivo di rendere la tecnologia un alleato invisibile ma potentissimo del lavoro quotidiano».
Perché il nome “Aimazing”? Samuel Benali: « Dopo decine di tentativi, durante una notte di brainstorming, è arrivata la scintilla: Aimazing. Unisce “AI” — intelligenza artificiale — e “amazing”, straordinario. È proprio quello che vogliamo portare alle imprese italiane: un’innovazione che stupisce senza complicare. Aimazing non è solo un nome, ma un modo di vedere le cose: rendere straordinario ciò che ogni giorno sembra normale».
C’è un progetto che vi ha reso particolarmente orgogliosi? Federico Violini: «Sì, uno dei casi più emblematici riguarda un’azienda del Sud Italia attiva nel settore fotovoltaico. Riceveva ogni mese centinaia di richieste che il team non riusciva più a gestire. Abbiamo integrato un assistente digitale capace di rispondere in tempo reale, raccogliere dati e generare contatti qualificati. In poche settimane le chiamate sono diminuite, il tasso di abbandono del sito si è ridotto e oggi l’azienda genera nuovi lead in automatico. Vedere la tecnologia trasformarsi in valore concreto per un’impresa è la soddisfazione più grande».
Quali tecnologie utilizzate? Samuel Benali: «Usiamo strumenti sviluppati internamente e soluzioni di terze parti, a seconda delle esigenze del cliente. Il nostro obiettivo non è legarci a una singola tecnologia, ma garantire sempre il risultato migliore, con soluzioni affidabili, scalabili e in costante evoluzione».
Come spiegate il valore dell’AI a chi non ha competenze tecniche? Federico Violini: «Con semplicità e con esempi concreti. Spieghiamo che l’AI non è una minaccia ma un alleato: un assistente che non dorme mai e ti aiuta a lavorare meglio. Non servono conoscenze tecniche per capire il suo valore, basta la volontà di migliorare. Molte volte vediamo la diffidenza trasformarsi in entusiasmo. L’intelligenza artificiale non toglie spazio alle persone, glielo restituisce».
Adattate l’offerta al cliente o avete un target preciso? Samuel Benali: «Adattiamo sempre le soluzioni alle esigenze di ogni impresa.
Ogni azienda ha la sua storia e il suo ritmo: non vogliamo essere semplici fornitori, ma partner di lungo periodo, capaci di crescere insieme ai nostri clienti».
Com’è strutturato il vostro team? Federico Violini: «La nostra età media è di 25 anni. Siamo un gruppo giovane, motivato e pieno di idee. Ogni giorno mettiamo energia e concretezza nei progetti Aimazing. Senza il lavoro del nostro team, probabilmente non saremmo qui a raccontare questa storia Ne fanno parte Aniello Carotenuto, Marco Varazzi e Marco Venturi».
Quanto conta la cultura dell’innovazione nel vostro gruppo? Samuel Benali: «È la base di tutto. Sperimentiamo continuamente, studiamo e proviamo nuove soluzioni. Ma per noi innovazione non significa solo tecnologia: significa coraggio, collaborazione e fiducia.
Il confronto con un partner strutturato come Pagine Sì! ci dà visione e concretezza. Crediamo che il futuro appartenga a chi ha il coraggio di mettersi in gioco — e noi lo facciamo ogni giorno, partendo da Terni».
Che consiglio dareste a un imprenditore che vuole integrare l’AI nella propria azienda? Federico Violini: «Il consiglio è semplice: inizia. Non aspettare che tutto sia perfetto. Scegli un processo, sperimenta e poi scala. L’AI non sostituisce, ma potenzia. E se c’è una cosa che abbiamo imparato crescendo tra le aziende di Terni, è questa: non serve andare lontano per fare la differenza. A volte basta iniziare proprio dal posto in cui sei nato».





