di Michele Fratto
TERNI – Mastelle, stangate, rincari, torte e proiezioni. Più che delucidazioni, quello uscito per i cittadini ternani dall’audizione di ieri sulla situazione Taric è un bel mal di testa, condito con la rabbia dell’aumento in fattura. Le risposte date dal presidente Asm Mirko Menegali non hanno aiutato i ternani. Anzi, quel «la Taric non serve a risparmiare» è suonato quasi beffardo per chi ha già visto lievitare la propria fattura. Asm si è dichiarata disposta a ricevere e a delucidare qualsiasi discussione in merito, ma anche in questo caso i cittadini non ci hanno messo molto a ribadire la lentezza nel fornire dettagli e risposte da parte della municipalizzata. Si è parlato di mastelle singole nei condomini con meno di sette utenze, eppure il precedente in questo ambito è tutto lì da leggere, non di certo un episodio da lieto fine.
Dall’uscita della notizia sulle missive di cose ne sono successe. C’è stato il botta e risposta tra Asm e Unai (l’Unione nazionale amministratori di immobili), la raccolta firme, la mobilitazione sotto Palazzo Spada e la lunga nota dell’assessore alle Partecipate Orlando Masselli, dove si invocavano meno strumentalizzazioni e più chiarezza. Tutto sembra già un lontano ricordo, mentre l’attualità è intrisa di regole mal digerite dai cittadini e richiesta di chiarimenti, dove il termine “torta” utilizzato durante l’audizione ha fatto infuriare i più. Un ultimo punto è stato accolto dai cittadini come la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’impossibilità di mettere mastelle singole sui condomini più grandi per una questione di decoro urbano. Qui la popolazione ha risposto a gran voce dicendo di voler «pagare per quello che consumo in famiglia, non per il vicino o per chi getta nei cassonetti altrui la propria immondizia».
L’installazione futura di isole ecologiche, derivanti magari dal Pnrr, potrebbe rappresentare la panacea al problema? Perché non creare spazi appositi a uso e consumo dei vari condomini dove veramente si può pesare la quantità di rifiuto indifferenziato prodotto dal singolo utente, magari anche con un codice a barre?. Intanto però c’è da pagare la fatturazione giunta a domicilio, che tutto ha tranne l’aria di una soluzione alla diatriba. O di una mano tesa da parte di Asm.


