S.P.
TERNI – Le foto non rendono giustizia perché non ritraggono le emozioni. Era febbraio del 2001 e le foto mostrano i loden, che sicuramente non erano roba da divise sovietiche. Con quel cappotto verde si presentò a Terni Michail Gorbaciov e quel cappotto indossava anche l’allora sindaco Paolo Raffaelli. Le foto dicono ancora i sorrisi e i volti distesi, come quello del vicesindaco Feliciano Polli nelle stanze di Palazzo Spada. Gorbaciov, l’ultimo leader dell’Urss, l’uomo della Perestroika, a Terni ci arriva grazie a Vincenzo Paglia, il vescovo dai mille rapporti internazionali.
Viene per ritirare il premio San Valentino e la cittadinanza onoraria. In quei quattro giorni Gorbaciov si mostra persona disponibile senza rinunciare alla misura di un grande capo, peraltro sovietico. Ma ci sono anche le lacrime. L’uomo proveniente dalla Cortina di Ferro a Terni piange. Chi c’era rammenta perfettamente le lacrime alla vista del mosaico del Sacro Cuore, dove, negli anni ’90, lo statista dell’apertura al Mondo del blocco comunista era stato ritratto insieme alla moglie Raissa. Una donna bella e amata, morta appena un anno e mezzo prima. Vedendo quel ritratto, vedendo la loro coppia, Gorbaciov si commuove. Terni, in quella occasione, sicuramente Città dell’Amore.



