di Angelo Drusiani
Non è che la vita trascorra, giorno dopo giorno, sempre uguale a se stessa. Simile al giorno precedente, alla settimana precedente. Si vorrebbe che i giorni vissuti bene si ripetessero senza soluzione di continuità.
Ma fino a che l’uomo sarà come lo abbiamo conosciuto, e non si trasformerà in robot, comandato da vicino o, come piace oggi da remoto, da una vicenda più forte di lui, egli sarà soggetto a mutamenti di umore. Spesso, non sempre in ogni caso, legati alle situazioni che lo circondano e, soprattutto, ai sentimenti. Aspetti, questi ultimi, che spesso sfuggono ad ogni previsione e ad ogni desiderio, soprattutto. In particolare, quando ciò che non si vorrebbe accadesse, si verifica.
Non è ai mutamenti degl’indici di borsa o al livello dei rendimenti dei titoli di Stato o, per chi dispone di captali rilevanti, delle emissioni obbligazionarie collocate da società con caratteristiche sconosciute fino a qualche anno addietro, che faccio riferimento. Perché, dopo l’emergere di crisi bancarie oltre Atlantico e oltre frontiera, i timori paiono assopiti. Non si direbbe che stiano covando sotto la cenere, ma l’attenzione verso il settore è ancora viva. E in parte premiante per quei Paesi, tra cui il nostro, che, negli ultimi anni, tengono monitorato il sistema bancario stesso con un giusto rigore.
In effetti, i valori di mercato di molte Banche di Eurozona sembrano avere accantonato le preoccupazioni emerse nelle citate località circa due settimane fa. Nulla di straordinario, nulla di nuovo, perché le quotazioni delle società valorizzate nei listini azionari mondiali sono soggette ad incrementi e decrementi, quasi sempre motivati da positivi o negativi andamenti aziendali, anche se non mancano certo i casi di valutazioni soprattutto di carattere speculativo.
D’altra parte, chi affida parte dei capitali di cui dispone alle valutazioni di Borsa, e di conseguenza di una miriade di altre persone, lo fa nella convinzione che lo strumento o gli strumenti in cui investe siano forieri di un brillante futuro. E che, se il futuro si rivelerà davvero brillante per la società prescelta, lo sarà pure per l’investitore. Nulla vieta, al tempo stesso, che la presenza in Borsa dell’investitore possa rappresentare una sorta di scommessa, a volte anche rischiosa, perché rivolta ad uno strumento che non dispone dei criteri citati poco sopra. Portatore, in questo caso, di aspettative più frutto di una vera e propria scommessa, come ricordato poco sopra, che di una scelta ponderata su numeri reali e su fondate prospettive economiche. Una parte della speculazione nasce anche da questa opzione di una parte tutt’altro che trascurabile di investitori.
In realtà, il dibattito “finanziario” ha come oggetto, ora in misura più accentuata, la strategia che attueranno le Banche Centrali, ad inizio mese prossimo, in materia di politica monetaria. Alla luce della citata problematica bancaria e delle ultime rilevazioni statistiche di carattere economico non particolarmente “vivaci”, come lo erano nei mesi precedenti.
Chi osserva oltre Atlantico, è certo che di rialzi del tasso di riferimento ve ne potrebbe essere uno solo in prospettiva, cui seguirebbero, addirittura, ipotetici cali del valore del tasso stesso, già da fine anno incorso.
Chi si limita a osservare Francoforte, è certo che la Banca Centrale Europea non farà sconti, perché, avendo aumentato in ritardo il valore del citato tasso, dovrebbe colmare via via il differenziale di valore tra le due sponde dell’Atlantico.
In effetti, i rendimenti dei titoli governativi di Eurozona sono leggermente saliti, dopo un calo che ha caratterizzato parte del mese in corso. ma nulla di significativo, per ora. Il rendimento del BTP decennale è, al momento, saldamente ancorato al 4%, al lordo dell’imposta sostitutiva del 12,50 per cento.
Una fase di transizione, osservando i mercati finanziari. Ma che non si ripeterà, perché avvicinandosi ad inizio maggio, le fibrillazioni sulle quotazioni si manifesteranno senza ombra di dubbio. E che credo potrebbero favorire un recupero degl’indici azionari. Statico l’altro comparto, quello obbligazionario.
Parlando di Borsa, di azioni, di titoli governativi ho completato il quadro. O, meglio, ho evitato la pennellata che spero di riporre il più a lungo possibile.


