Terni, ombre sulle luci/L’Ast aspetta il Governo, Novamont un piano serio dell’Eni

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | Sarà un anno complicato per le Acciaierie, che fanno partire la Cassa integrazione, per altro dopo aver fatto registrare buoni numeri. Mentre nello stabilimento ternano dell’azienda di chimica innovativa si vive di molte speranze e qualche interrogativo

di Marco Brunacci

TERNI – L’economia a Terni, in questa fase preelettorale e delicata per tanti versi? Ombre sulle luci, con qualche impegnativa questione da risolvere.
Prima l’Ast. Parte la Cassa integrazione per centinaia di lavoratori, per altro dopo che l’azienda ha inanellato buoni numeri. Ma il Governo non si fa sentire rispetto agli impegni che dovrebbe prendere.

Per l’Ast e per Terni, ma anche per il settore dell’acciaio italiano che ha, con ogni evidenza, la necessità del ritorno della presenza più o meno diretta dello Stato.
La dirigenza Ast – che ha piano di sviluppo e desiderio di crescere – aspetta segnali, tutto il comparto nazionale è in ansia. Le decisioni politiche sembrano prese, il fatto è che – al solito – non è facile trovare i soldi. Da qui però non se ne esce.
Di Treofan accenniamo soltanto: la soluzione c’era, mancavano garanzie per potenziali nuovi acquirenti. Ora c’è l’idea che si può andare avanti per anni ancora a discutere in attesa di epiloghi, come dire, a basso impatto occupazionale. Sarebbe però una sconfitta e una perdita di valore industriale per la città e per la regione.
Infine, le luci più alte sarebbero quelle che splendono su Novamont, gruppo nazionale, che ha a Terni un importante stabilimento.
Versalis (la società Eni per la chimica) che è salita al 100% del capitale, dopo che per diversi anni ha avuto una partecipazione di minoranza, rasserena. I quasi 130 dipendenti pensano a un futuro migliore, ma tutti aspettano un piano serio da parte della nuova maggioranza azionaria. Eni è una garanzia, ma le fate turchine in economia sono scomparse da anni.

Si attendono perciò progetti, che devono per forza parlare di investimenti di rilievo, visto che il sito di Terni non è certo all’avanguardia, con le linee di produzione che hanno diversi anni sulle spalle (una risale al 1990). E poi Terni ha anche un competitor “interno”: lo stabilimento Novamont di Patrica (Frosinone) è più giovane e performante.
Il “saper fare” di Terni è una garanzia per il futuro, le leggi dei numeri impongono però di confrontarsi con tecnologie e strutture più all’avanguardia.
L’ingresso, nella piccola galassia Novamont, del gigante Eni attraverso Versalis ha, per la verità, già svoltato il destino di uno stabilimento come quello di Porto Torres. A Terni ci sperano.
Ma ombre e luci si inseguono in tutto lo scenario economico della città e della regione, in un momento nel quale si devono indicare interlocutori politici all’altezza delle sfide.

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