Il benessere dei pazienti prima di tutto, ecco i nuovi letti super tecnologici dell’Istituto clinico tiberino

Il centro di riabilitazione ha adottato 76 postazioni all’avanguardia

AL-MIN.

UMBERTIDE (Perugia) – La sterzata data con il nuovo corso dell’Istituto clinico tiberino si vede soprattutto sul benessere dei pazienti. Il centro di riabilitazione, punto di eccellenza a livello nazionale, si è dotato di 76 letti super tecnologici.

«Nelle camere del nostre camere arrivano oggi nuovi letti elettrici – fa sapere l’Istituto, che vede al proprio vertice l’avvocato Antonio D’Acunto –  Sono ben 76 gli ausili che renderanno più moderno ed efficiente il patrimonio di attrezzature per la degenza. Il totale dei letti a comando elettrico aumenta in modo consistente, toccando quota 112».

Si tratta di un progetto, evidenziano dall’Ict, di un «ammodernamento molto importante perché in questo modo si dimostra l’attenzione verso i bisogni dei pazienti, che quando vanno in ospedale devono poter contare su ausili al passo con i tempi. Ma a giovarne sarà sicuramente anche il lavoro dei nostri operatori sanitari».

Un’altra buona notizia per il centro che  – grazie al passaggio a maggioranza pubblica e con un socio privato fortissimo come la Brugnoni Group Sanità – vedrà il proprio completo rilancio nel 2024. I traguardi che attendono l’Istituto, sono molto attesi e riguardano un rinnovo totale delle apparecchiature tecnologiche pari a 1 milione di euro e il raggiungimento di 120 posti letto. Senza dimenticare la riqualificazione della struttura e le nuove assunzioni in programma. Per l’Ict, i fuochi d’artificio stanno per iniziare.

Soddisfazione viene espressa dai consiglieri regionali della Lega Manuela Puletti, Marco Castellari e Valerio Mancini: «Questi 76 nuovi ausili andranno a migliorare la degenza dei pazienti e allo stesso tempo il lavoro degli operatori all’interno di un contesto all’avanguardia e in continua espansione. Ricordiamo che è solo il primo step di un piano di investimenti in tecnologie e materiali sanitari che quest’anno impegnerà mezzo milione di euro e l’anno prossimo ben un milione. Un’attività clinica che è essenzialmente convenzionata e che quindi non ha spese per il cittadino».

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