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Istituto clinico tiberino, il 2024 sarà l’anno della svolta: un milione di investimenti e più posti letto

L’annuncio arriva dalla presidente Tesei. Rimessi in salute i bilanci e stabilizzati tutti i 120 dipendenti. In un anno occupata la totalità delle postazioni per i pazienti

di Alessandro Minestrini

PERUGIA – Un rinnovo totale delle apparecchiature tecnologiche pari a 1 milione di euro. Il raggiungimento di 120 posti letto. Riqualificazione della struttura e nuove assunzioni. Sarà un 2024 di totale cambiamento per l’Istituto clinico tiberino, polo riabilitativo di eccellenza con sede a Umbertide, sorto dalle ceneri della Prosperius e diventato, con il passaggio dalle maggioranza societaria alla parte pubblica, la diciassettesima partecipata regionale. A rendere note le prospettive dell’Istituto per il futuro, è stata la presidente della Regione, Donatella Tesei, rispondendo a una interrogazione in Consiglio regionale presentata dagli esponenti della Lega, Manuela Puletti e Marco Castellari.

La presidente ha quindi ripercorso le tappe principali che hanno portato alla nascita dell’Istituto clinico tiberino, risolvendo un vulnus che durava da quasi 20 anni: «Ci siamo fatti carico di un problema molto serio che abbiamo ereditato all’inizio del mandato e che riguarda una delle più importanti aziende dell’Altotevere per dimensioni, per numero di dipendenti e per tipologia di servizio alla comunità».

La governatrice ha ricordato di aver trovato «una società in cui il pubblico era minoranza e realizzava tutto il fatturato grazie al budget del sistema sanitario regionale. Era una realtà che ha perso ben 2 milioni di euro in tre esercizi consecutivi e aveva una politica di spese totalmente fuori controllo».

Risolvere dossier molto delicati e importanti, ha ricordato Tesei, comportano «un iter, una strategia e uno studio delle fattispecie che vengono esaminate. Abbiamo fatto una legge regionale che permettesse al pubblico di essere maggioranza dell’azienda e di riallinearsi alla normativa regionale. Abbiamo dato il benestare alla trattativa tra privati che ha permesso l’arrivo di un nuovo socio privato, finalmente, peraltro, umbro». Infatti, nel 2021 la famiglia Bigazzi di Firenze (proprietaria di Prosperius) ha ceduto le proprie quote alla famiglia Brugnoni, proprietario della Brugnoni Group Sanità. Ora le quote sono così ripartite: il 51 per cento è in mano alla Regione tramite la Usl Umbria 1 (con il 40 per cento del pacchetto azionario) e al Comune di Umbertide (con l’11 per cento delle quote), il restante 49 è appannaggio della Brugnoni Group Sanità. Il presidente, indicato dalla parte pubblica, è l’avvocato Antonio D’Acunto, mentre il direttore generale, espressione del socio privato, è Alessio Brugnoni.

In maniera unitaria è stata quindi effettuata una ricapitalizzazione dell’azienda e, ha aggiunto la presidente, è stata ricostruita «una governance riordinata, dove il pubblico ha poteri di indirizzo di vigilanza e controllo e il privato poteri di gestione. Tutto ciò è regolato da un nuovo statuto che abbiamo riscritto e che assegna, al benestare della parte pubblica, il via libera sugli atti più importanti».

Tesei ha quindi elencato gli obiettivi raggiunti nell’anno che sta per terminare. Nel 2023, ha sottolineato la governatrice, è stato registrato un tasso di occupazione medio dei posti letto di 111 su 112, «sostanzialmente la totalità. Per il 66 per cento i pazienti sono arrivati da fuori regione, ciò significa che l’Istituto è un centro attrattivo».

Il debito totale, ha evidenziato la presidente, è stato ridotto a 2 milioni «su 11 di fatturato e quasi 2 di reddito prodotto. La situazione finanziaria, dopo anni di difficoltà è ora molto stabile».

Nel corso dall’annualità attuale, inoltre, sono stati messi in atto investimenti per 412mila euro senza ricorrere all’indebitamento. Nel solo 2023 sono state aperte le procedure per assumere 25 dipendenti, nel dettaglio 15 infermieri, 3 operatori socio sanitari, 6 fisioterapisti  e un fisiatra. E’ stato inoltre stabilizzato tutto il personale, composto da oltre 120 unità, chiudendo – ha precisato Tesei – ogni rapporto «con le agenzie interinali che prima invece venivano fortemente utilizzate».

Grandi progetti sono previsti per il 2024: «Investiremo un milione di euro in nuove tecnologie per la cura delle persone – ha annunciato la governatrice – amplieremo di 8 i posti letto esistenti, riqualificheremo la struttura e porteremo a termine tutte le assunzioni, alle quali si aggiungerà un medico geriatra».

La Regione, ha concluso Tesei, per il prossimo anno guarda all’Ict «con un certo entusiasmo, sapendo che l’Istituto clinico tiberino è oggi un modello di successo ed una formula di intervento sanitario pubblico-privato, a maggioranza pubblica, che può essere anche replicato».

Luciano Ligabue_ph. Maurizio Bresciani

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