di Marco Brunacci
PERUGIA – Giorgia Meloni è brava e, come tutti i generali bravi, sosteneva Napoleone Bonaparte, anche fortunata. In Umbria la Lega non sa più come farle favori.
In piena crisi di nervi ferragostana, il giorno primo della settimana di vacanza della presidente Tesei, il sinedrio leghista umbro ha scelto di espellere l’assessore regionale Melasecche, che non si è dimesso da consigliere regionale nell’accettare l’incarico di governo, come disciplina di partito imponeva.
I tempi e modi dell’operazione hanno lasciato senza fiato chi pensa che la politica abbia un senso compiuto e una logica.
Non per simpatia per la corrente di minoranza della Lega umbra, che è minoritaria e sconfitta nelle democratiche assemblee del partito, ma per gli oggettivi risultati ottenuti dalla bolla di scomunica al Melasecche.
La Tesei è la danneggiata numero uno, insieme a quelli che hanno a cuore i destini dell’Umbria.
Motivo: la Giunta regionale ha imboccato la strada delle realizzazioni concrete, dopo la fase più acuta dell’emergenza Covid e della progettazione.
Possono essere progetti sbagliati, come dice l’opposizione, ma la Giunta è entrata nel vivo del suo lavoro.
Il rilancio dell’Umbria, in una fase tanto delicata, dipende da questo lavoro. Se i progetti vanno in porto, l’Umbria riparte, se si bloccano si resta a terra. Con danni per tutti.
Compito della maggioranza è quello di provare a fare sempre meglio. Quello dell’opposizione di vigilare, controllare, stigmatizzare, proporre alternative.
Lasciare il sapone sul pavimento perché qualcuno scivoli non è un compito previsto dalla corretta dialettica democratica. Anche se sta nei fatti e non bisogna stupirsi più di tanto.
Se la Tesei avrà i danni dell’operazione – ma una cosa va detta di questa donna di montagna, forte e caparbia, che non le è toccato un normale percorso da presidente di Regione ma una via del Calvario, stazione dopo stazione, emergenza dopo emergenza – Giorgia Meloni può tornare a far presente, con la forza e la serenità che le dà il vento che gonfia come non mai le sue vele, che Fratelli d’Italia è penalizzato in questa Giunta regionale. E provate a darle torto.
Ha un partito in crescita esponenziale qui e nel resto del Paese, nei sondaggi e nelle sensazioni della gente, una rappresentanza radicata in tutte le realtà umbre.
Gestisce il rapporto con l’elettorato con un sapiente mix di nuovo e antico, vendendo di una merce che non ha prezzo come la coerenza.
Se adesso fa sapere che in Umbria, dove ha mostrato alla Tesei e agli alleati tutta la sua correttezza, qualora si vada a un qualunque rimpasto, Fdi deve essere rappresentato da un assessore (oltre a mantenere il presidente dell’Assemblea legislativa con Squarta) qualcuno può obiettare?
Se fa presente che FdI pesa 4-5 volte rispetto a Forza Italia, che in Regione ha la vicepresidenza, qualcuno può fare altro se non tacere?
Se sottolineasse che la Giunta regionale, dopo il verdetto del sinedrio leghista, è formata da tre – diciamo – civici su 5 e questa è una anomalia, chi si alza a risponderle?
La Meloni ha stima e perfino affetto nei confronti della Tesei ma, dopo l’ultima mossa leghista, ritiene che FdI debba essere presa in considerazione in maniera diversa proporzionata al suo nuovo peso di primo partito d’Italia.
Tanto più che può mettere in campo in Umbria, oltre ai suoi politici (a partire dalla Pace), anche tecnici di area (Caforio) e alla fine anche politici-tecnici (un eccellente nome di grande esperienza come De Sio dice qualcosa?).
Se il rimpasto non si facesse? Se Salvini – diciamo – non lo considerasse fondamentale?
Mah, comunque, dopo la mossa leghista, FdI non può restare alla finestra.
Per Tesei sarà una settimana di vacanza tormentata. Per Meloni un nuovo passo in avanti.
Ps. Sul toto-giunta Cityjournal per ora non si esercita, proveremo ancora a occuparci di quello che la Giunta sta iniziando a realizzare, in una fase delicatissima per l’Umbria.