di Marco Brunacci
PERUGIA – Eugenio Guarducci è un tipo che va ascoltato sempre. Prima di tutto perchè è l’unico imprenditore di queste parti che prima cerca le idee, poi gli sponsor e alla fine, solo alla fine, il contributo pubblico. Poi perché è geniale.
Il suo nuovo Eurochocolate apre a Umbriafiere e sarà una cosa diversa da quella che puntava a centinaia di migliaia di visitatori, inondando di bancarelle e cioccolato il centro storico di Perugia.
«Sarà – annuncia – quest’anno, fino a domenica 24 ottobre, una manifestazione rinnovata, che punta su un pubblico più selezionato, per forza di cose, dovute al Covid. Si va al coperto, a Umbriafiere e quindi ci siamo inventati idee per spazi al chiuso. Secondo me, sono idee interessanti e innovative. Stesso spirito, eccellenti collaboratori, tante presenze importanti ma tutto un po’ diverso rispetto a quello che abbiamo fatto in questi anni».
E gli anni sono stati anche per Eurochocolate. «Giusto. Le nostre manifestazioni umbre, compresa la mia, funzionano e vanno tenute, ma sono un po’ vecchie. Dobbiamo tutti fare uno sforzo per provare a lanciare anche qualcosa di nuovo».
E se Guarducci dice una cosa così vuol dire che ci ha pensato e ripensato.
Cosa ha in mente? «Prima del Covid stavo lavorando intorno a una iniziativa su cibo e prodotti umbri, con il modello Hollywood e le rassegne del cinema, Oscar inclusi. Per questo mi piacerebbe – se riusciamo a farla – di chiamarla: Hollyfood».
Interessante, prendere nota e lavorarci da subito.
E cosa altro? «Avevo pensato di portare a Spoleto una rassegna di amari, che sono i liquori più consumati nel nostro Paese. Amari e liquori di erbe che hanno una tradizione qui in Umbria».
Ancora? «Un Festival del Dubbio. Un confronto promosso da organizzatori che fanno un elenco di dubbi e trovano persone che cercano di fornire delle risposte».
Poi magari qualcuno risponderà facendo un Festival delle Certezze, ma di sicuro resta Guarducci uno dei più brillanti ispiratori di rassegne di queste parti.
E il suo richiamo a ringiovanire il “pacchetto proposte” delle kermesse umbre non dovrebbe essere lasciato cadere nel vuoto da Regione e enti locali, se si vuol far fruttare il patrimonio di bellezza, bontà, natura e ambiente dell’Umbria. Non c’è molto tempo per provarci.