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Il centrodestra in controtendenza nazionale, il centrosinistra si prende le sue soddisfazioni: è un voto che lascia il mondo (umbro) come sta

POLE POLITIK di MARCO BRUNACCI | Il test umbro ha mostrato tutte le sue caratteristiche locali. Dal successo di Proietti ad Assisi a Bacchetta che continua a guidare Città di Castello. Dall’altra parte FdI e Lega dividono successi ed errori di calcolo. In attesa che dalla Regione riescano a trasformare i successi amministrativi in politici

di Marco Brunacci

PERUGIA – Se nel ballottaggio di Spoleto, con Grifoni, grande passato democristiano e un presente da candidato di Fratelli d’Italia, il centrodestra riuscisse a mantenere la guida della città, di fatto non sarebbe cambiato nulla nel piccolo mondo della politica umbra.

Con una sottolineatura: per una serie di motivi questa è stata una tornata nazionale avversa al centrodestra, mentre in Umbria riesce a vincere dappertutto dove doveva. L’en plein nel sud dell’Umbria, a cominciare dalla Pernazza che fa il bis ad Amelia fino a Liberati di Otricoli, con l’eccezione della minuscola Parrano legata a doppio filo al mitico sindaco Filippetti, ne è la dimostrazione. Caparvi si prende Nocera come era nel programma (adesso qualcuno dice che cederà la segreteria regionale della Lega a Marchetti), Bazzoffia fa sua Bettona. A Bevagna c’era invece di fatto solo la Falsacappa ed era per il centrosinistra.
Nelle tre città principali ecco le guerre molto locali. Il fattore B (che sta per Bacchetta) non si smentisce mai. Il sindaco uscente non poteva ricandidarsi ma è come se l’avesse fatto con Secondi. Questo ha provocato l’ira della sinistra dura e pura capitanata dalla Bassini. In questo ping pong il Pd alla fine c’entra solo perché ha fatto il suo compito, senza colpi di clacson. Risultato: Bacchetta ha guidato al ballottaggio, senza colpo ferire, Secondi. E ora tutto fa pensare che sarà sindaco. A Bacchetta toccherà la presidenza del consiglio comunale. Bacchetta si è trasformato – visto che è juventino – da Morata a Pirlo, da bomber a regista.
La tattica suicida (mentre scriviamo non sappiamo se il harakiri è perfettamente riuscito) di candidare due pesi equivalenti nel centrodestra, probabilmente permetterà alla Bassini di contrastare Secondi. Ma non chance minime.
Proietti ad Assisi dovrebbe far riflettere sul peso del fattore locale. La lista di Proietti traina la candidatura sfiorando il 20%. Il Pd fa il suo compito senza sbavature, proprio come a Città di Castello, e la sindaca vede la riconferma al primo turno. Qui ci si può chiedere: dove sono finiti gli elettori assisani che avevano dato il 40% alla Lega alle politiche. Presto detto. Qualcuno è rimasto a casa a riflettere, ma molti altri hanno votato per lo schieramento avversario, sentendo che sul locale sono garantiti certi legittimi interessi che a livello nazionale trovano migliore rappresentanza nella Lega.
Di Spoleto abbiamo detto: Sisti ha fatto il pieno di voti di centrosinistra, tranne quelli di Cintioli. Ma Cintioli non è una comparsa nel panorama cittadino, vuol essere protagonista. Più facile che trovi ascolto dal democristiano Grifoni che dal Sisti. Ma questo si vedrà.
Se qualcuno volesse cercare in questa tornata elettorale un senso (ma un senso non ce l’ha, secondo il filosofo Vasco Rossi) per il centrodestra si potrebbe dire che alla Regione devono cogliere un insegnamento: sarà indispensabile, d’ora in poi, trasformare i successi amministrativi in successi politici. O il futuro non sarà brillante.
Per il Pd, invece, risulta chiara una cosa: allearsi, per lo meno in Umbria, con il Movimento 5stelle non è sbagliato politicamente, è inutile elettoralmente. Per esaurimento voti.

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