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Il boom del San Francesco, Tesei tesse la trama per avere come partner un grande aeroporto e lasciare a terra gli scettici

POLE POLITIK di MARCO BRUNACCI | Il dossier sullo scalo umbro sta diventando un banco di prova dell’amministrazione in Regione per fornire, da un lato, i primi risultati concreti sulla strada della ripresa, ma anche per dire, dall’altra, che il governo è migliore di certa classe politica improvvisata

di Marco Brunacci

PERUGIA – Aeroporto San Francesco, pronto al decollo dei 300 mila passeggeri per il 2022 (con 16 rotte, tra le quali l’hub di Monaco di Baviera e Londra Heathrow), ora ufficialmente in cerca di un partner che permetta di realizzare l’ultima fase (quella dei 500 mila passeggeri, prevista tra il 2023 e il 2024) con una sufficiente stabilità economica della Società di gestione (Sase).

Cityjournal ha già accennato ieri che bisogna ripercorre le strade della presidente Tesei nel suo giro a Milano a fine settembre: Tesei ha tessuto una sua rete tra advisor, banche, fondi di investimento ma anche enti gestori di grandi aeroporti, dentro e fuori Italia. E le è capitato di incontrare pure qualche esponente del governo della Baviera.
Motivo? Trovare il partner (o i partner) giusto per l’ultimo tratto di strada da fare con l’aeroporto dell’Umbria per entrare nella top 30 d’Italia (su 42).
Ora non è inutile ricordare che qui non stiamo parlando di uno scalo qualunque, ma discutiamo di una sorta di perno intorno al quale gira la ripresa dell’Umbria tutta. Il turismo, come ovvio, l’economia, più in generale, ma anche la fine dell’isolamento storico dell’Umbria, in attesa che prendano forma strade e tratte ferroviarie promesse col Pnrr.
E’ per questo che è così importante nello scacchiere della ripresa, trovare un partner per l’aeroporto, avere uno scalo funzionante al massimo, che valorizzi finalmente i tanti investimenti di denaro pubblico che sono stati fatti negli ultimi decenni finora lasciati lì nell’attesa di chissà cosa.
Il dossier aeroporto assume anche un inedito valore politico. Il successo della strategia si potrà vedere in tempi stretti e il governo di centrodestra gioca su questo tavolo una partita importante per arginare questo nuovo clima di antipatia abbastanza diffusa che arriva dall’Umbria profonda, rossa fino a un momento fa e che si è scoperta verde leghista troppo rapidamente,.
E’ curioso: ogni progetto futuribile trova una serie di obiezioni, davvero non tutte comprensibili, che sono l’effetto rebound della sbornia del cambiamento di colore politico dell’Umbria e che ha una giustificazione razionale probabilmente solo nell’improvvisazione evidente della classe politica, in particolare leghista, che si è trovata a diventare classe dirigente in Umbria.
Ecco la forbice che si chiude sul San Francesco: da una parte la giunta regionale ha l’occasione portare a conclusione un dossier che è il simbolo della ripartenza dell’Umbria, dall’altra il governo di centrodestra può da qui cominciare a portare prove contro gli antipatizzanti, affermando che l’amministrazione di centrodestra è migliore di tanta parte della politica che la sorregge.
Chi arriverà all’aeroporto? Il partner può essere un fondo di investimento (e ne potrebbe avere vantaggi non indifferenti dall’investimento), come pure un grande tour operator interessato all’effetto incoming. Ma i favori del pronostico vanno tutti alle società di gestione di aeroporti più grandi. Ce ne sono almeno un paio molto interessate. La trattativa parte il prossimo anno.
Avviso a tutti gli scettici: se avrà un aeroporto strategico per il traffico in Italia (quindi Roma, ma potrebbe essere della partita anche Milano e forse Monaco), l’Umbria cambierà. Almeno un po’. Ma forse parecchio.

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