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Il Perugia che piace e diverte fa ritrovare appartenenza e passione

GRIFOLANDIA di FRANCESCO BIRCOLOTTI | Nonostante arbitraggi e sfortuna frenino il volo del Grifo, Alvini e i suoi hanno già “vinto” la gara più importante

di Francesco Bircolotti

PERUGIA – Adesso che il tour de force è (per ora) terminato, adesso che in tre settimane sono state affrontate le quattro squadre più forti del torneo cadetto (Pisa e Monza arriveranno al “Curi” più avanti…), è possibile tracciare un primo bilancio del Perugia targato Massimiliano Alvini. Non ingannino i soli due punti su 12 conquistati con – nell’ordine – Cremonese, Benevento, Brescia e Lecce: il Grifo ha comunque vinto la sua gara più importante. Quale? Quella di piacere, divertire e far ritrovare il senso di appartenenza e la passione della gente. E poco importa se la strada è stata tartassata da follie arbitrali (parlare di complotti viene facile, ma manca sempre la controprova) che hanno fatto versare ettolitri di bile a chi ha a cuore le sorti biancorosse e da manciate di sfortuna, quella che di solito ci vede benissimo con gli altri.

Anzi, non è azzardato affermare che proprio tutto questo, senza essere sfociati nel vittimismo, abbia riacutizzato quella “rabbia sportiva” da Grifoni che si era un po’ assopita per non dire imborghesita negli anni, complici tantissimi fattori. Che poi sia indubbia l’ancora evidente latitanza della maggioranza dagli spalti bucati del tempio di Pian di Massiano ci si può far poco, almeno al momento. Ma intanto bravi scultori sono stati già allertati per i monumenti da erigere, tanta roba di questi tempi, allo zoccolo duro dei 3.000 in casa e dei 200, volta più volta meno, sempre presenti in trasferta anche di martedì. Tuttavia, assistere al livello di partecipazione della gente intervenuta all’affascinante sfida con il Lecce ha davvero riscaldato i cuori di quanti hanno ancora davanti agli occhi, anche se solo per averle viste in tv, le scene inebrianti dell’era Gaucci. In campo e fuori.
Come dar torto, infatti, a tutti coloro – e sono tanti – che asseriscono che questa di Alvini è la squadra più entusiasmante, generosa e divertente degli ultimi 15 anni, almeno in serie B? Più volte, ormai, si è fatto ricorso al concetto di gruppo che questi ragazzi e il loro condottiero hanno saputo cementare. E più volte si è detto che hanno compiuto il miracolo di costituire un “unicum” (anche con i tifosi) che può portare lontano, dalle semplici soddisfazioni nelle singole gare a un progetto vincente nel tempo. Hanno addirittura avuto il merito di riportare il sereno in alcuni ambiti (non tutti, sia chiaro) dopo le note vicende degli ultimi campionati. Ed ecco così che il risultato quando “esce” negativo, complice una sostanziale tranquillità in chiave salvezza ormai praticamente raggiunta, quasi riesce a passare in secondo piano pur con l’inevitabile dispiacere del momento. Non altrettanto lo stillicidio che taluni imbarazzanti “fischietti”, per i quali risulta veramente difficile capire se siano in malafede o proprio che più scarsi non si può, sono riusciti a impersonificare dopo decisioni impossibili da comprendere.
Però, quello che sorprende, è che finalmente l’orgoglio dei perugini è tornato a ruggire; si rivedono perfino le famiglie allo stadio con tanti bimbi educati alla fede biancorossa per la serie “di madre/padre in figlio”; si riascoltano le discussioni nei bar che erano stati spodestati dai social come luogo delle chiacchiere passionali per eccellenza Forse è ancora presto per parlare di nuova Grifo-mania, ma nei contesti venutisi a creare di sicuro non è più utopia auspicare il ritorno ai tempi della gloria. Quella che a Perugia fa rima con storia, per la quale Alvini più di tutti ha capito che è necessario aggiungere pagine esaltanti disponendo di reali possibilità.

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