di Marco Brunacci
PERUGIA – L’Umbria continua a girare a più di mille casi al giorno di Covid, anche se sono in calo da giorni i ricoveri e si sono ridotti i posti letto occupati nelle terapie intensive.
Ma da Alessandro Rossi, medico narnese segretario regionale dei medici di medicina generale Simg, arriva un monito: «Il Covid non è scomparso e non si è neanche ancora endemizzato, come tutti speriamo che faccia. Lasciatelo dire a noi medici di medicina generale che abbiamo ancora tante persone che si rivolgono a noi e tanti casi tra i propri assistiti. Il virus resta molto aggressivo anche se sembra avere effetti severi in un minor numero di casi, merito prima di tutto dei vaccini. E però guardiamo la realtà per quella che è: i casi complessivi restano comunque tanti e i reparti Covid degli ospedali hanno ancora un tasso di occupazione rilevante. Questo per dire che non è il caso di considerare chiusa questa partita e per far riflettere tutti sulle lezioni di questa pandemia».
Lezioni della pandemia? Rossi sintetizza: «Abbiamo imparato che le mascherine hanno un effetto importante nella propagazione dei virus. Hanno avuto un ruolo nella lotto al Covid 19, così pericoloso. Possono continuare ad averlo, in certi contesti e per le persone fragili. La pandemia ci ha anche ricordato quanto sia importante l’igiene personale. Lavarsi le mani è un vero presidio contro la diffusione di certe malattie. E’ un rimedio antico ma da mettere ben in mente. Anche i disinfettanti in certi luoghi non vanno archiviati».
Ma la lezione numero uno, il discorso di prospettiva sul quale insistere, per Rossi è quello dei vaccini: «Abbiamo imparato di nuovo l’importanza fondamentale dei vaccini. Il numero dei morti è stato abbattuto drasticamente, abbiamo avuto a disposizione, nell’ultimo periodo, una difesa straordinaria e in tempi relativamente molto rapidi. Ora dobbiamo far tesoro della lezione».

Come immagina il prossimo autunno, Rossi, quando si ripresenterà l’influenza di stagione e potrebbe rialzare ancora la testa il serpente Covid?
«E’ giusto immaginare una quarta dose ma per categorie limitate, come si sta decidendo in Europa, ma non vorrei che fossero smantellati del tutto gli hub vaccinali. E’ importante che restino, come è importante che il sistema di reazione al virus faccia perno su chi come i medici di medicina generale sono vicino alla gente, al territorio. Ricordiamoci che noi medici di medicina generale reggiamo l’impatto della vaccinazione contro l’influenza stagionale. Per i vaccini a coloro che sono allettati si dovrà senz’altro contare su di noi. Come dovremmo avere un ruolo ancora fondamentale in quanto a corretta comunicazione, un altro fronte dove ci sono state tante carenze».
E quanto bisogno ci sia di riscoprire tutti i ruoli che possono avere (e alla fine hanno) i medici di famiglia lo sa bene la sanità in questa che si spera essere l’ultima fase della lotta al Covid.


