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Il mercato e il Nerone di Petrolini: tornerà più bello e superbo che pria?

L’analisi di Angelo Drusiani

di Angelo Drusiani

PERUGIA – Nel recitare “Nerone”, Ettore Petrolini gli fornì un “assist” fenomenale. Quando, a fronte di qualche mugugno del popolo che lo stava ascoltando riluttante, all’indomani dell’incendio di Roma, disse: “…e domani Roma rinascerà più bella e più superba che pria.” Qualche bontempone gridò: ”Bravo!” Al che l’ipotetico Nerone ripeté lo stesso ritornello più volte, come più volte gli fu gridato Bravo.

Un accostamento di segno ottimista può trovare ragione di essere nelle rilevazioni che alcuni analisti finanziari rilasciano nel corso dei mesi in cui analizzano quanto accade nei mercati finanziario, formulando poi ipotesi sugli sviluppi futuri. Alcuni dati abbastanza recenti indicano un ritorno di fiamma degli investitori verso il mercato azionario statunitense. A scapito, in non pochi casi, dei mercati azionari sia occidentali, sia orientali, Cina in questo caso. I cui valori non sono caduti significativamente, nelle recentissime sedute, ma hanno vivacchiato tra continue cadute e risalite. Emblema, quest’ultima strategia, dell’incertezza che caratterizza le strategie degli investitori. Non è casuale, di conseguenza, che il valore del dollaro statunitense si sia rafforzato, come conseguenza degli acquisti di azioni made in USA. Poi, quanto potrà durare il rafforzamento della moneta d’oltre Atlantico è una scommessa che da vincere è spesso, ma non sempre quindi, relativamente semplice. Perché, in ogni caso, le Autorità monetarie e l’Amministrazione di Washington non sono favorevoli a convivere con una quotazione della loro moneta forte: ne soffrirebbero eccessivamente le esportazioni. E le imprese locali avrebbe seri motivi per lamentarsi. Tra i settori produttivi che hanno richiamato l’interesse degli investitori internazionali, spicca quello delle costruzioni. Che si muove, spesso, tra cadute e risalite anche di spessore rilevante. Peraltro, se gli indici azionari faticano a tornare su livelli discretamente positivi, il “mattone” ha spesso rappresentato la prima scelta di chi ha abbandonato gli investimenti di carattere puramente finanziario. Con un discreto cinismo, molti già pensano alla ricostruzione delle zone che la guerra in atto nell’oriente del Continente europeo ha distrutto, sta distruggendo e distruggerà. Dal momento che, al di là delle parole del Presidente del Consiglio italiano, dopo la telefonata intervenuta ieri con il Presidente della Russia, sono in molti a pensare che una via d’uscita pare davvero una chimera, in questa fase. E tanto per restare nelle citazioni. Giovan Battista Vico, in forma più approfondita, rappresentò quelli che poi vennero definiti “corsi e ricorsi storici”. Nel senso che l’umanità si sposta via via verso la fantasia e la ragione, abbandonando il senso, come unico aspetto della vita. Peccato che in tempi brevi questo passaggio finisca per corrompersi e tornare non proprio allo stato selvaggio, ma quasi. Per poi riprendersi e ricercare fantasia e ragione come guida per l’esistenza. Il tutto per dire che rivivere oggi una guerra nel nostro Continente, in questi anni appaia davvero incredibile. Viene quasi da pensare, esagerando, di essere entrati, come scrive Dante Alighieri, in una selva selvaggia e aspra e forte. Ma il vero tabù, per chi segue i mercati finanziari, è l’elevato tasso d’inflazione. Che le Banche Centrali tenteranno di portare a più miti consigli. E che, in ogni caso, ora tiene gli investitori quasi con il fiato sospeso. In attesa che rialzo tassi e calo consumi producano gli effetti desiderati: inflazione al 2%. Ci si armi di pazienza: ci si arriverà, ma non in tempi brevi!

Cristina Donà_foto FRANCESCA SARA CAULI

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