Indiscreto/1. Alla riunione di Roma il Pd inaugura la fase 2 e il nuovo mood. Sereni statista, Porzi magnanima, Verini ha un altro impegno, Bori-Ascani 1-1

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | Nel summit per il partito umbro convocato da Marco Meloni si prova a chiudere il periodo delle “incomprensioni” del commissariamento da parte dell’attuale tesoriere e aprire la fase del coinvolgimento di tutti. E il segretario regionale apre la direzione anche a chi non ha partecipato al congresso

di Marco Brunacci

PERUGIA – Questa è una primizia. A Roma c’è stata la riunione che segna l’inizio della fase 2 del Pd dell’Umbria, nuovo mood dopo i passaggi per le porte strette della ricostruzione (ben inteso, ancora si è molto lontani dai fasti del gigante rosso degli anni scorsi), che era stata convocata per l’occasione da Marco Meloni, gran ciambellano della segreteria nazionale e l’unico al mondo che può essere considerato più lettiano dell’Anna Ascani.

Presenti: Ascani, Sereni, Porzi (si trovava già a Roma), Laureti, Simona Meloni, quindi Bori, Verini, Bellini. Lo stato maggiore al completo del partito umbro.
Per arrivare al nuovo mood, quello del coinvolgimento di tutti nella guida del partito, dello stare insieme «perché l’avversario non è dentro il partito ma la destra» (Marco Meloni), bisognava chiudere però la fase delle incomprensioni, che ha caratterizzato il periodo di reggenza del commissario Verini, il quale, nella riunione di ieri, pensava di essere in famiglia, ma – da quel che si riesce a ricostruire, e da qui in poi cercheremo di farlo ascoltando tam tam e indiscrezioni – si è accorto che la famiglia è ancora decisamente arrabbiata con lui.
Parte Marina Sereni, toni da statista, ma che sa usare il fioretto come pure la sciabola. Pare che abbia imputato a Verini di non aver appoggiato come giusto il candidato ufficiale del Pd, Secondi, nella sua Città di Castello. E – secondo lei – avrebbe dovuto essere meno sbadato nello scegliere un segretario provinciale del partito che è diventato in un attimo il capolista dell’avversaria di Secondi.
Se la ricostruzione si Umbria7 è corretta, eccovi in un crescendo di Anna Ascani che colpisce l’ex commissario dell’Umbria e attuale tesoriere ricordandogli che era assente quando è arrivato Letta a Città di Castello per la campagna elettorale, Ma la Kamala Harris dell’Alto Tevere ha un colpo in canna anche per il segretario regionale Bori, reo di aver messo insieme quel “museo delle cere” (la definizione è di uno dei componenti) che sono le vecchie glorie del partito radunate in un consiglio di saggi. (Bori – raccontano i tam tam – sarebbe sobbalzato sulla sedia per poi infilzare la viceministra con uno sguardo appuntito più di una selce).
Via, tocca alla Laureti: io sono eurodeputata, non dovrei versare al partito ma verso lo stesso – avrebbe detto. Chi vuol capire, capisca, anche se fa il tesoriere del partito.
Simona Meloni ricorda che il partito si è presentato diviso anche a Montecastrilli ed Amelia e si mette seduta.
Su Bellini non abbiamo feedback, ma precede l’intervento del segretario regionale Bori, il quale non si esime certo dal criticare il predecessore commissario. All’elenco degli interventi precedenti aggiunge il suo carico da 11: l’ex commissario dell’Umbria sarebbe stato molto freddo nella campagna elettorale per le ultime amministrative umbre perché convinto che il Pd non sarebbe andato incontro a un buon risultato (così almeno sapeva il segretario regionale Bori e così avrebbe detto nella riunione). Tutti sanno poi come è finita, con il centrosinistra vittorioso. Questa la conclusione di Bori.
.Ora la Porzi, la quale avrebbe ricordato di non essere stata d’accordo sul congresso regionale – stoccata a Bori – , ma poi si è detta felice che il Pd ora stia andando meglio e che i sondaggi lo dicano chiaramente. Non sfugge a nessuno che Porzi ha tutte le carte in regola per fare la candidata di punta alle prossime politiche. Segnatevela.
In questo mare ancora in tempesta, Verini si è ricordato di avere un impegno improrogabile e se ne è andato dalla riunione, subito dopo la Sereni, che però aveva avviato la fase due. Ingiungendo, insieme a Meloni, di seguire la nuova linea: «Il verbo ora è coinvolgere».
Bori si è impegnato per primo, con un atto concreto: inserire in direzione regionale anche coloro che non hanno partecipato al congresso, a partire da Presciutti e Turrini.
Da questa riunione in poi si va verso le elezioni politiche con tutto quello che significa. Il Pd, sistemati gli equilibri interni, digerito il dopo-Verini, ritrovata unità e condivisione, dovrà comunque mettersi a parlare con il resto della coalizione. E ci saranno meno posti a disposizione per le ambizioni locali.
Se poi si tornerà all’antica abitudine di candidare un “compagno di livello”, come si diceva un tempo, qui in Umbria (indovinate quale nome si fa? Cuperlo) non sarà facile portare la croce, ma la fase 2 e il nuovo mood ormai sono cosa fatta. La riunione di Roma, convocata da Marco Meloni, è stata comunque decisiva.

Mostra Pasolini acquatico e felice_affissione

Perugia invasa dalle fotografie della mostra “Pasolini acquatico e felice”

Sir Safety

Tre set per la vittoria della Cucine Lube. Prossimo match al PalaBarton