di Marco Brunacci
PERUGIA – C’è voluto parecchio tempo. L’assessore e vicepresidente della Giunta regionale, Morroni, l’aveva detto: parleremo con tutti. E lo ha fatto. Visto quel che è successo a Gubbio non è servito a molto (la Regione autorizza il Css nei cementifici e il Comune prova a bloccare tutto un minuto dopo) perché qui ci sono rigidità antiche.
Ma il quadro ora è chiaro. Finalmente si chiude il cerchio su raccolta e smaltimento dei rifiuti. In Umbria era indispensabile, visti i costi (riversati sui cittadini) dei troppi ritardi delle giunte regionali precedenti e il capitolo per tanti versi indecoroso delle discariche.
Eccoci al dunque: i provvedimenti sono molti e ci sarà tempo e modo di spiegare come prende forma questo indispensabile Piano regionale dei rifiuti.
Ma il nodo resta sempre lo stesso: si termovalorizza o no? si continua a far finta che sia sufficiente la raccolta differenziata (benedetta, ma al momento non in grado di risolvere la questione) oppure si fa rotta sui nuovissimi impianti che consentono di distruggere rifiuti creando disagi di fatto praticamente irrilevanti?
L’esempio di grandi Paesi green del mondo (l’Austria, la Danimarca, tutti gli scandinavi) è stato seguito dall’Umbria: il termovalorizzatore si farà. Sarà nuovo, di tecnologia avanzatissima (a Vienna lo hanno costruito a un passo dall’ospedale, a Copenaghen in pieno centro) con la possibilità di verificare le emissioni per chiunque abbia il desiderio di farlo.
Nel nuovo Piano, pronto per partire, sono stati indicati anche siti possibili. Non sarà sicuramente costruito a Terni, ma almeno un paio di indicazioni sulla provincia di Perugia (una in prossimità della città, uno in una cittadina) sono da considerare percorribili.
Quando si chiude il ciclo dei rifiuti si dovrebbe festeggiare. Uno, perché la bolletta di tutti i cittadini ne avrà dei benefici di sicuro nel medio periodo, due perché le ipocrisie di chi fa finta di fare l’ecologista e chiude gli occhi sulle situazioni reali attuali è sempre più inammissibile.
Invece tutti già si aspettano la sarabanda di opposizioni, più o meno giustificabili.
E’ vero che il Pd avrebbe grande difficoltà a essere della partita dei contestatori. Il sindaco Gualtieri a Roma ha appena varato il termovalorizzatore per risolvere la questione della Capitale e ha messo in gioco la sua stessa Giunta su questa decisione, rompendo con i Cinque stelle.
Dal Pd si giustificherebbero al massimo un paio di comunicati di prammatica. Niente più. Altrimenti sarebbe da segnalare alla medicina politica un serio caso di schizofrenia.
E invece viene data in arrivo, come nel caso del raffreddore da pollini, la stagione dei Comitati di irriducibili. “Non nel mio giardino” resta un’idea sempre di moda. Gli interessi particolari sono sempre pronti a prendere il sopravvento su quelli generali. Pochi o pochissimi contro una soluzione per la collettività. Un male antico. Ma quel che è successo a Gubbio -come detto – insegna: lo smaltimento del Css autorizzato nei due cementifici eugubini dalla Regione, ha trovato la fiera opposizione del sindaco Stirati, che vede ogni camino come il rosso sventolato davanti al toro: un’occasione per caricare.
Tutto questo non cambia il fatto che il Piano regionale dei rifiuti, magari in ritardo, visto il lungo iter, è una buona notizia. Ci si augura solo che Morroni e tutta la Giunta tengano il timone ben saldo. Delle rivolte finte green per salvare minimi interessi, l’Umbria ne ha già conosciute troppe. Vi dicono niente i tempi biblici per varare il “nodo” di Perugia (e ancora c’è chi strepita)?