in ,

Da Ed Sheeran ai Girl named Tom: l’ascesa al successo del cantautore Mick Dimitri

LE INTERVISTE DI UMBRIA 7 | Roma, Boston, Londra e la serenità di vivere in un borgo come Paciano: «Chi ha bisogno di ricominciare da capo può farlo solo in un posto come questo»

foto di Zakary Walters
Francesca Cecchini

PACIANO (Perugia) – “Every story” è il titolo del nuovo singolo di Mick Dimitri, cantautore romano ma pacianese d’adozione, realizzato con il gruppo statunitense Girl Named Tom, vincitore della ventunesima edizione di “The voice” Usa, in uscita venerdì 17 giugno. Scritto e arrangiato da Dimitri, il brano si apre con delle cupe note di piano, contrapposte alla potente voce di Bekah Liechty – frontwoman della band – che nella seconda strofa si fonde con quella di Mick, creando così un delicato intreccio di emozioni.  Polistrumentista, scrive, interpreta e produce le proprie canzoni da quando ha tredici anni.   

Romano di nascita, cittadino del mondo nel cuore, come approda a Paciano?
«Direi che il mio è stato più un naufragio. Qui vengono anche molte persone che hanno sofferto. Incontrandole al bar sono solari e cordiali, ma dietro questa semplicità si nasconde un mondo. Soprattutto, la vita non è alienante come nelle città e ha una dimensione più umana. Chi ha bisogno di ricominciare da capo può farlo solo in un posto come questo».
A soli 13 anni, giovanissimo, partecipa alle Clinics del Berklee college of music di Umbria jazz. Poi il viaggio a Boston dove studia alla Berklee. A 17 anni invece si trasferisce a Londra dove, immaginiamo, lei abbia vissuto a stretto contatto con autori britannici. Quanto hanno influenzato la sua evoluzione musicale queste esperienze? Nasce da questi passaggi la scelta di cantare solo in inglese?
«Il mio girovagare ha sicuramente ampliato i miei orizzonti, ma direi più che altro per l’umanità che ho visto. In realtà ho sempre scritto solo in inglese, anche prima del Berklee o di Londra. Non so perché, ma con il tempo ho imparato a non farmi troppe domande. Se la musica vuole essere in un modo, il musicista non deve interferire. Altrimenti è solo vanità».

every story Mick Dimitri foto di Paolo Di Lucente
foto di Paolo Di Lucente

Incontra Ed Sheeran quasi per caso qui in Umbria. Ci racconta come si sviluppa quest’amicizia che la porta poi, insieme a Zara Larsson e James Bay, ad aprire il suo “Divide tour”? Emozioni vissute o un aneddoto che le va di raccontarci?
«È difficile parlare di Ed in pubblico. Ero il suo cameriere e poi in qualche modo siamo diventati amici, dopo che ha scoperto che ero un musicista anch’io. Lui ha creduto in me in un momento in cui non lo ha fatto nessun altro, senza chiedere niente in cambio. A mio avviso questo vale più di qualsiasi aneddoto. La generosità è una cosa talmente rara».
Oggi esce il suo nuovo singolo, “Every story” in cui la sua voce si fonde con quella di Bekah Liechty dei Girl named Tom. Tutto nasce da un’idea di Luke Concannon, mentore di Sheeran e frontman dei Nizlopi, che vi fa entrare in contatto su Skype in tempi di pandemia. Come siete riusciti a portare a termine il lavoro a 7.000 chilometri di distanza?
«È stato molto difficile. La musica non è musica senza l’incontro di due parti. L’idea e l’artista, l’artista e il pubblico, l’artista e gli altri artisti. E le tecnologie aiutano fino a un certo punto. Credo che abbia funzionato solo perché io e Bekah ci siamo riconosciuti. La sua performance è stata così straordinaria da superare ogni ostacolo».
Suo il testo, sua la musica, come nasce questo brano un po’ malinconico?
«Non ricordo esattamente. Credo di averla scritta tra il 2017 e il 2018. L’unico motivo per cui lo dico è che ricordo di aver registrato la demo su una tastiera che avevo allora e che poi si è rotta. Non so perché non ne abbia fatto più niente o come me ne sia dimenticato. L’ho ritrovata verso le fine del 2019. Cercavo un’altra cosa sul mio hard drive e ho visto questo progetto senza nome. Da lì è cominciato tutto».

every story Mick Dimitri foto di Paolo Di Lucente
foto di Paolo Di Lucente

“Take my hand” l’ep uscito nel 2021. Ora questo nuovo brano. Quando un tour di concerti, magari in Umbria?
«Spero presto. Non sono un amante del mondo narcisista e autoreferenziale dei social, e ho sofferto molto la lontananza dal palco negli ultimi anni».
Per concludere, in un momento in cui le nuove generazioni volgono continuamente lo sguardo alla trap e al rap, rimanda al pubblico uno stile pop che sembra sfiorare il soul e forse, per qualche verso, anche il blues. L’impressione è di ascoltare un artista d’oltreoceano, più internazionale che un talento italiano. Scelta coraggiosa la sua o strada naturale che si è trovato a percorrere? 
«Forse entrambe. Sicuramente ci vuole coraggio a seguire la propria strada, ma credo mi spaventerebbe di più non farlo. In fondo, cosa c’è di più tragico che tradire se stessi?».

ORTI SONANTI - nontantoprecisi-lab

Primi appuntamenti con “Orti Sonanti” tra musica e teatro a Strettura

Arrestato in Austria un ricercato per reati commessi a Terni