di Marco Brunacci
Umbria7 aveva annunciato un cambio di passo in sanità. Si comincia da oggi con un doppio salto mortale. I sindacati sono usciti da un confronto con la Regione, da una parte, molto preoccupati, dall’altra convinti che qui ci si gioca il futuro della gente ed è compito anche loro indicare e condividere soluzioni. Non è davvero tempo per la propaganda.
Per capire: quale è la novità? La guerra ha cancellato definitivamente l’emergenza Covid dell’agenda del Governo. Ora il problema è solo il debito pubblico che è esploso per i costi energetici, l’inflazione e la guerra. Che nessuno vuol concludere. Ahinoi.
Le Regioni sono finite nella morsa: la Toscana dichiara uno sbilancio della sanità di 400 milioni. L’Emilia Romagna del doppio (800). Il Nord e il Lazio non dicono.
L’Umbria sta messa così: 40 milioni di sbilancio delle gestioni precedenti si aggiungono a quella corrente.
Il Mef ha chiarito: lo sbilancio per Covid o non Covid del 2022 è affare vostro.
Sentire come sono preoccupati i sindacati, la dice lunga.
La trattativa col Ministero si farà, sennò salta in aria il sistema sanitario italiano. Ma i soldi del Governo non basteranno.
Serve di accelerare da subito la riforma sanitaria. Con varie sfumature ma i sindacati restano un po’ sulle loro.
Si tratta di razionalizzare la spesa. E siamo d’ accordo. Ma come?
Vediamo il panorama emerso: si tratta subito di accelerare sull’integrazione tra gli ospedali di Perugia e di Terni. Poi quella tra Foligno e Spoleto.
Volete un esempio? Entro l’anno ci deve essere una sola chirurgia robotica in tutta l’Umbria. Non quattro come adesso.
I doppioni devono sparire. Dappertutto.
Cambieranno le cose anche per i pazienti. Si deve entrare nell’idea che la sanità umbra è in rete, un unicum. Chirurgia della mano a Citta di Castello? Oculistica ad Orvieto? Solo per dire che è il tempo delle scelte radicali.
Il sindacato è stato coinvolto fin da subito nella riorganizzazione del personale. Facile da dire, meno da fare.
Il principio base: mettiamo più gente dove ci sono più esigenze e posti letto. Vedrete i guai quando si andrà ad applicare. Anche con i sindacati più ragionevoli.
Ma le soluzioni vanno trovate. Il debito sanitario è esplosivo. Pensate che la sanità ha 12.500 dipendenti in Umbria. E tanti plessi. Vogliamo fare un calcolo di quanto ha inciso il boom della spesa energetica (che è in quintuplicata in questi mesi)?
Ma insieme alle nuove emergenze ci sono i vecchi bubboni: la spesa farmaceutica umbra è troppo, ma proprio troppo alta.
L’Università si è messa in marcia con la Regione. Insieme devono cambiare il verso in sei mesi. Buon lavoro (contando sulla collaborazione responsabile, ieri sera annunciata, dei sindacati). Ma è un lavoro da brivido.