in ,

Il ministro Giorgetti suona la campanella sull’Ast, a Terni e da Acacia. E si scopre che il piano da un miliardo è nelle mani di Cingolani

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | Il grande impianto sospeso tra l’occasione di rilancio e la cassa integrazione di oggi. In mezzo ci sono le risorse che devono arrivare dalla Transizione ecologica. Quanto servirà per percorrere «l’ultimo miglio»? Segue batticuore

di Marco Brunacci

PERUGIA – Il ministro Giorgetti ha suonato una campanella che tutti hanno compreso: sull’acciaio si deve intervenire subito, cogliendo l’occasione che si presenta per chiudere l’accordo di programma con Arvedi, accordo da un miliardo, per quasi 700 milioni a carico del privato e i restanti 300 come intervento dello Stato.

Questo ha chiarito in modo esplicito nella visita a Terni, ma ricordato anche davanti alla platea del Teatro Morlacchi, a Perugia, per il Forum economico organizzato da Acacia group.
Questo ha detto. Ma è il non detto che è ancor più interessante.
Il Giorgetti-pensiero è chiaro: il Mise ha messo i soldi, la Regione ha fatto quel che poteva in termini di ambiente e infrastrutture, resta il ministero dell’attenzione transizione ecologica, del ministro grillino Cingolani, che è all’«ultimo miglio», secondo quanto affermato da Giorgetti.
Per essere diretti: il Ministero di Cingolani non ha messo sul piatto i suoi denari (tanti). Si deve affrettare. Lo farà? Lo farà rapidamente, vista l’urgenza?
Ecco il tema.
Sarà un caso che nelle 24 ore successive il Gruppo Arvedi ha deciso la cassa integrazione per 400 lavoratori.
Il ministro Giorgetti, leghista non ortodosso, draghiano riservato, ha un suo stile.
Chiarisce il quadro generale da Acacia: “Va declinata la sostenibilità non solo come sostenibilità ambientale ma anche sociale ed economica. Sempre con tanto pragmatismo, come abbiamo fatto nelle difficoltà del settore siderurgico” .
Ma da qui si va a chiudere il cerchio: se Cingolani rispetta i tempi le Acciaierie Ast Arvedistyle tornano a essere la grande occasione per Terni e l’Umbria. Con risultati tangibili per tutti entro il 2025 (anche con l’idrogeno che può dare la sua non piccola mano) Altrimenti sono problemi.
Conclusione: tutti appesi all’ultimo miglio di Cingolani, il quale può pensarla come gli pare ma ha appena veicolato un miliardo e 200 milioni sull’acciaio di Taranto e sarebbe incomprensibile penalizzare Terni che Arvedi vuol far diventare un polo di eccellenza europea.
Fiato sospeso, quindi, si spera, per pochi giorni.

Rubinetto senz'acqua

Acqua, servizio interrotto a Umbertide per 16 ore

Il Challenge di Acacia tra crisi delle bollette e sfida della sostenibilità. «Risposte straordinarie alle nuove emergenze»