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Centri antiviolenza senza più soldi e donne senza aiuti: la questione Umbria arriva in Parlamento

Manifestazione in piazza e l’annuncio della deputata Elisabetta Piccolotti | LE FOTO

foto di Alessandro Chiometti

PERUGIA – Domenica a Perugia una mobilitazione femminista della Rete Ru2020 ha denunciato il depotenziamento dei centri antiviolenza in Umbria e in particolare nel capoluogo dove c’è l’unico centro antiviolenza residenziale della provincia.

«Ho protestato insieme a centinaia di donne vestite di rosso – ha dichiarato l’onorevole Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi e Sinistra – contro una situazione inaccettabile: fondi regionali e comunali che non vengono erogati alle associazioni che gestiscono i servizi anti-violenza, personale che di conseguenza non è pagato e rischia di perdere il lavoro, riduzione del numero dei nuclei familiari accoglibili, servizi affidati ad associazioni confessionali, in violazione delle norme regionali e in un contesto in cui le utenti hanno invece molteplici e diversi orientamenti culturali e religiosi. Su tutto questo nei prossimi giorni presenterò un’interrogazione alla Ministra per le Pari-Opportunità.
Si avvicina il 25 novembre – conclude la deputata – ed è bene che alla destra che governa l’Umbria sia ricordato che contro la violenza di genere non servono palcoscenici e passerelle ma scelte concrete, capaci di dare alle donne luoghi protetti e percorsi costruiti con metodologie fondate sul concetto di autodeterminazione femminile. Ad oggi l’unico atto concreto che abbiamo visto dalla destra purtroppo è un atto demolitorio».
Sulla questione erano già intervenuti anche Pd e M5s.

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