di Gino Goti
PERUGIA – Sorpresa, emozione ed entusiasmo a Ponte san Giovanni e in particolar modo tra i componenti del consiglio direttivo e dei soci della “Pro Ponte Etrusca onlus” per il ritrovamento archeologico di San Casciano dei bagni in provincia di Siena.
Negli scavi effettuati nell’area del Bagno Grande, uno spazio dove sorgeva un santuario etrusco-romano, sono emerse dall’acqua termale e dal fango, dopo 2300 anni, 24 statue di bronzo in perfetta conservazione, monete in oro, argento e bronzo, ex voto, strumenti medici e molte iscrizioni in etrusco e latino. Quello che interessa la comunità di Ponte San Giovanni sono le affermazioni dell’etruscologo Tobolli relative alle iscrizioni rinvenute, dove appare, tra gli altri, il nome della famiglia Velimna di Perugia e un bronzo simile all’Arringatore che il ricercatore Alberto Maria Sartore (recentemente scomparso) ha documentato provenire da Pila, una frazione di Perugia, e non da Sanguineto in comune di Tuoro sul Trasimeno. Gli esperti, in televisione e su tutti i giornali, hanno all’unanimità affermato che quella di San Casciano sia stata “una scoperta che riscriverà la storia”, la più importante dal ritrovamento in mare dei Bronzi di Riace, come ha detto anche Massimo Osanna, direttore generale del ministero della cultura, il cui titolare Gennaro Sangiuliano ha ricordato l’importanza degli scavi di San Casciano e le attenzioni che vanno riservate a quanto il suolo italiano può dare ancora: un patrimonio immenso e inimmaginabile.
Già si parla alla Pro Ponte, dove il presidente Palmerini ha già indetto una riunione con il consiglio direttivo, di contattare Agnese Carletti, sindaco di San Casciano dei bagni, per pianificare un gemellaggio tra i “Velimna, gli Etruschi del Fiume” a cui è intitolato l’Ipogeo dei Volumni, appunto, e il ramo della famiglia Velimna rintracciato nelle scritture degli scavi.
