DI EGLE PRIOLO
PERUGIA – «Dia mandato ai suoi ministri di affrontare in maniera finalmente seria, non ipocrita, non sbrigativa, la questione dei caregiver, con il giusto riconoscimento e un robusto sostegno al reddito. E renda più autonome le persone fragili che da essi dipendono, con più fondi e più assistenza».
È questo il senso dell’appello al presidente del consiglio dei ministri Giorgia Meloni che Laura Santi e Stefano Massoli hanno appena pubblicato su Vanity Fair, che ospita da tempo una loro seguitissima rubrica. Laura, nota giornalista e blogger di Perugia, attivista dell’associazione Luca Coscioni, è malata di sclerosi multipla: una forma grave che ne «umilia», dice lei, il corpo ma che non ne ha mai fiaccato lo spirito e la vivacità intellettuale. Laura a Perugia la conoscono tutti e tutti ne apprezzano la tigna e l’impegno, anche nel non farsi sopraffare dalla malattia, sfidata anche a suon di vasche sempre più dure in piscina. Un percorso difficile, certo, che vede al suo fianco il marito Stefano, regista, che da anni è compagno di vita e di fatica, perché circoscrivere in un comodo anglicismo come “caregiver” la sua figura è davvero volerne banalizzare la forza d’animo. Comodo e rassicurante, in fondo: è caregiver, che è meglio di badante, quasi altolocato, un manager dell’assistenza. Ma nove lettere in inglese magari suonano meglio, eppure non danno per nulla il senso di una vita dedicata a un’altra non più autonoma.
Per questo Laura, con la penna delicata e insieme tagliente che non le è mai mancata – anche se adesso è costretta a dettare anche brevi messaggi – ha preso monitor e microfono e ha scritto a Giorgia Meloni. Una lunga lettera in cui propone un gioco di ruoli tra loro due, quasi coetanee e dalla vita diversissima, per far scorrere tra i brividi della pelle l’idea che la vita ingiusta avrebbe potuto essere dell’altra. Come di chiunque di noi.
Un appello da leggere qui, ragionando su un passaggio, se possibile, anche più doloroso di altri: «Sa cosa mi manca di più, Presidente? La libertà. Se non mia, almeno quella di mio marito: un fantasma per il Welfare, come tutti i caregiver italiani. Libertà è una parola che ricorre nei suoi discorsi. Ci pensi con l’empatia di cui è capace una donna: lo vede qui, uno straccio di libertà?».
