Di Arianna Sorrentino
PERUGIA – Umbria, anno 2021: recupera il Pil – +6,62% -, l’industria si espande per ordini e fatturato – in particolare con incrementi nella meccanica e nei metalli -, crescono i servizi così come le presenze grazie ai flussi turistici. La disoccupazione diminuisce. Tutto bene fino all’autunno, quando gli sforzi e i risultati vengono vanificati dal vertiginoso aumento del costo dell’energia e dal rialzo dell’inflazione. A cui poi, si aggiungono i conti della guerra in Ucraina a inizio 2022.
Questa, in breve, la situazione emersa dal rapporto annuale Inps, presentato nella mattina di venerdì 18 novembre a Perugia. «Il bilancio sociale diventa un momento di analisi e di confronto importante – ha dichiarato il presidente del Comitato regionale Ivano Fumanti – è un rendiconto dell’attività svolta nel 2021. Oggi consegniamo una fotografia alla politica e ai cittadini attraverso i numeri, dati certi, di cui molti dei quali solo l’Inps espone». «Sono numeri che ci danno le misure delle difficoltà che la nostra regione sta vivendo», conclude Fumanti. L’incontro a Palazzo Cesaroni è iniziato con i saluti istituzionali. A partire dal presidente dell’assemblea legislativa Marco Squarta, dal prefetto di Perugia Armando Gradone, dalla consigliera provinciale Erika Borghesi e dall’assessore alla sicurezza del Comune di Perugia Luca Merli. I dati sono stati presentati dal direttore regionale Inps Umbria Maurizio Emanuele Pizzicaroli.
Due fronti analizzati: le entrate e le uscite, riassumibili in 2.004.851.362 euro per le prime e 4.835.61.768 per le seconde. Nel 2021 in Umbria il numero delle imprese è diminuito di 138 unità. In valori assoluti, continua a registrarsi anche per il 2021 un calo generalizzato delle aziende autonome artigiani (-281), commercianti (-158) e agricole (-44). Per le aziende con dipendenti è negativo il saldo delle aziende del settore industria (-48), trasporti e magazzinaggio (-10) e finanziario assicurativo (-1). Si registra invece un incremento significativo delle aziende del settore delle costruzioni (+155), servizi alle imprese e all’intrattenimento (+77). Diminuiscono le micro imprese con meno 189 unità per un totale di 80.172, aumentano le piccole di 42 unità per un totale di 2.849, così le medie di 5 unità arrivando alle 375 del 2021 e infine le grandi che passano da 82 nel 2020 a 83 nel 2021. Aumento anche degli assicurati, che ha interessato soprattutto la componente femminile: +3.295 donne a fronte di +3.110 uomini. Attenzione particolare alla dinamica dei rapporti di lavoro, con un dato decisamente migliore rispetto a quello nazionale. Nel 2021 in Umbria le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati sono state 83.116 con un incremento rispetto al 2020 del 29,54%, una forte ripresa ma che comunque non compensa del tutto il crollo verificatosi l’anno precedente per effetto della pandemia. Sono state poi analizzate le uscite finanziarie, con focus sulle pensioni. In una situazione di diminuzione della popolazione complessiva, cresce l’età media della popolazione e quindi la platea di interessati alle prestazioni pensionistiche. Al primo gennaio 2021, le pensioni vigenti in Umbria nella gestione privata sono state 327.483, con un aumento dei 2.753 prestazioni rispetto al primo gennaio 2020: l’0,85% in più. Le pensioni erogate a persone di sesso femminile sono maggiori di quelle erogate a persone di sesso maschile. Da sottolineare, la disparità di genere nell’importo medio mensile erogato: gli uomini percepiscono mediamente il doppio delle donne. L’andamento, diffuso non solo in Umbria ma anche in tutta Italia, è ricollegabile al tradizionale fenomeno del minore tasso di occupazione della popolazione femminile, alla minore presenza femminile nei ruoli maggiormente retribuiti, oltre che al fenomeno del gender pay gap tra i sessi. Nella provincia di Terni l’importo delle pensioni è superiore del 5,35% a quello nella provincia di Perugia. A seguire attenzione agli ammortizzatori sociali. I nuclei familiari che hanno richiesto il sussidio del reddito di cittadinanza sono stati 11.926 e l’importo medio mensile erogato è cresciuto nel tempo: dai 455,87 euro nel 2019 a 501,10 euro nel 2021. Si è discusso anche riguardo il tema delle certificazioni di malattia e le relazioni con i cittadini. Dopo la presentazione, il punto di vista degli stakeholders di Andrea Tattini, vicepresidente vicario Confcommercio Umbria e Massimiliano Assalve, presidente raggruppamento Ce.Pa Umbria. La mattinata si è conclusa con una tavola rotonda dal titolo “Situazione economica e sociale dell’Umbria. Quali prospettive della nostra regione”, alla quale hanno partecipato Simone Cascioli, direttore generale Confindustria Umbria, Vincenzo Sgalla in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil, Mauro Franceschini presidente Confartigianato, Michele Fioroni assessore allo sviluppo economico, innovazione digitale e semplificazione Regione Umbria, Luca Ferrucci docente Università degli studi di Perugia per la facoltà di economica e gestione delle imprese. A moderare Claudio Sebastiani, responsabile Ansa Umbria. Le conclusioni sono state fatte dal presidente consiglio indirizzo e vigilanza Inps Roberto Ghiselli.

