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Telenovela Terni Reti conclusa con il sonoro schiaffo del sindaco alla Lega. Ora ecco gli scenari, dal mostrare l’altra guancia alla non ricandidatura

SPOTLIGHT DI MARCO BRUNACCI | Latini, forte dell’asse al titanio con la vicesindaco Salvati, decide di ignorare le indicazioni del suo partito. Il vaudeville va finalmente a conclusione, ma si apre la partita delle prossime elezioni. Con imperdibili colpi di scena

di Marco Brunacci

L’operazione estrema della nomina del presidente di Terni Reti è stata condotta in porto con grande sprezzo del ridicolo.

Dopo la convocazione di tutti i consessi possibili, eccezion fatta per il Consiglio di sicurezza dell’Onu, per giustificare una scelta che in tanti ritenevano già fatta, dopo l’invenzione del criterio del curriculum di “vitae” e di morte, prima di ora non applicato alle altre nomine comunali (neanche a quelle degli assessori e dei vicesindaci), ma spolverato e presentato come un esempio di buon governo solo in questa circostanza, dopo la fughetta di notizie per darsi coraggio, finalmente dovrebbe arrivare a ore la nomination ufficiale, che equivale a un Oscar alla carriera: il prescelto (Stellati) è sicuramente il migliore possibile di tutti i presidenti di Terni Reti – perché dubitarlo? -, ma apre ufficialmente un caso politico senza precedenti.

Il sindaco Latini, forte dell’asse al titanio con la vicesindaco Salvati, ha avuto modo di essere informato in ogni maniera che la Lega proponeva un altro candidato. Ha quindi preso la mira, prima di assestare un sonoro schiaffone in faccia al suo partito, qui rappresentato, per comodità, dal segretario regionale Caparvi.

Motivo? Secondo aspiranti biografi del potente duo di governo della città, si è voluto dare un seguito fragoroso alla sconfitta subita dal sindaco e dalla sua componente nel congresso comunale di Terni, nel quale Latini è rimasto sotto le macerie con 8 voti contro 18 della maggioranza. Una sorta di dispetto, perfino una vendetta? E no, fermi tutti. Qui siamo al genere vaudeville, non alla tragedia greca. E sarebbe solo uno spettacolo comico non fosse che può andarci di mezzo il destino di una città.

Ora l’unica cosa di qualche interesse per la città (e appena un po’ per la piccola storia politica dell’Umbria) è sapere come andrà a finire. Vediamo allora insieme gli scenari.

1. Caparvi, la faccia umbra della Lega, si scopre molto più cattolico dell’ex senatore Pillon, e mostra l’altra guancia, pronto a prendersi anche un altro ceffone, pur di non far a meno delle (ben note) qualità di statisti del sindaco Latini e della sua vice Salvati. Si va alla ricandidatura con il segretario comunale Devid (con la e) Maggiora che officia le nozze indissolubili tra Caparvi e Latini per altri 5 anni.

2. Qualcuno – ma al momento non si vede chi, magari da fuori regione, sempre che l’Umbria e Terni siano di qualche interesse nazionale – si ricorda che la politica è tutt’altro che scienza, ma un verso ce l’ha. E che gli schiaffi, per far ridere, se li danno i clown al circo. Altrimenti se ne hanno conseguenze. In questo caso? Niente ricandidatura del sindaco, almeno da parte della Lega.

 3. Ognuno, nella Lega, come magari nella coalizione di centrodestra, pensa al suo proprio “particulare” (secondo l’espressione di Machiavelli) e decide cosa meglio può avere per se medesimo e la propria carriera politica. E poi si decide cosa fare per il Comune di Terni e i candidati.

4. La prossima scena del vaudeville ternano, magari tra qualche settimana, sarà “scurdammoce ‘o passato” (secondo la grande tradizione dei guitti napoletani). Tamburelli, tric trac, ballerine. Inchino finale. E ricandidatura.

5. Sul centrodestra si va avanti come niente fosse, in forza della “scientifica” considerazione che il sindaco in carica, al secondo mandato, non si sostituisce mai se non per esigenze superiori. In questo modo si otterrebbero risultati importanti: rimettere in gioco la sinistra, nel contempo aprire un grande vuoto al centro dello schieramento con Bandecchi, ma anche altri già in movimento, pronti a riempirlo. E a quel punto buon ballottaggio a tutti. Prendete i pop corn, non sarà un film come altri, ma un thrilling che nessuno sa come va a finire. Chi porta le bibite?

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