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Terni, nel Pd Spinelli va in fuga ma spunta Corradi

Lontana l’alleanza con il M5S, ormai per la candidatura a sindaco sembra tutta una corsa interna

Spinelli (foto Facebook)
R.T.

TERNI – Lontanissimo il campo largo, nel cortile di casa Pd il segretario Pierluigi Spinelli prova la fuga per la corsa alla candidatura a sindaco. Ma ecco che all’inseguimento c’è Sandro Corradi, magari lui non ha tanta voglia di pedalare ma c’è chi lo lancia. 

Una ventina di giorni fa il segretario comunale Spinelli e quello provinciale Bellini hanno avuto il mandato dall’assemblea di incontrare le altre forze politiche per tessere la tela delle alleanze. 
Ma a quanto sembra l’agenda dei due ambasciatori piddini sarebbe rimasta vuota: zero incontri con il M5S, qualche telefonata con Senso Civico, neanche un profumo di caffè con Azione.
E in questo deserto è stata proprio la candidatura del segretario Spinelli ad alimentarsi. Con uno schema già consolidato per il proporzionale alla Camera: tanti nomi in ballo ma poi alla fine a settembre la spunto’ Spinelli che per una notte è stato anche deputato, prima del  conteggi nazionali sui resti. Solo che la candidatura Spinelli viene considerata minimal da un pezzo del partito che ha quindi lanciato l’ingegner Sandro Corradi, già assessore ai Lavori pubblici dell’ultima giunta Di Girolamo. 
Il nome Spinelli ha sollecitato anche Senso Civico che a questo punto sarebbe pronto a scendere in campo con il suo leader Alessandro Gentiletti. 
La sensazione è che la sinistra si stia, almeno in questa fase, attrezzando a gestire la sconfitta, limitandosi a ripartire al proprio interno il numero dei consiglieri assegnati alle minoranze.
Al momento infatti le speranze di una coalizione ampia per contrastare il centrodestra sono sogni.  Così come è lontanissimo il nome nuovo che è girato nei giorni scorsi, quello dell’economista Giuseppe Croce, che non sarebbe disponibile a roba da cortile. 
Si annunciano assemblee infuocate. In un partito che sembra in grande difficoltà: il tesseramento a Terni è fermo a quota 100, in alcuni comuni addirittura a quota “le dita di una mano”. Il 31 dicembre si chiude. Per le tessere. Non per i litigi.

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