PERUGIA – Fu salvato nel 2009 da cucciolo, quando abbandonato dal suo branco venne ritrovato nella zona di Cascia magrissimo e stremato da una grave forma di rogna. Negli anni, poi, il lupo Merlino è diventato un punto di riferimento del Paco dei Monti Sibillini. Ieri, però, Merlino si è spento all’eta di tredici anni e mezzo e con lui, come dichiarato dal presidente del Parco Andrea Spaterna, «se ne va un simbolo di speranza e resistenza del territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, duramente colpito dal terremoto». La storia del lupo Merlino è intimamente legata alla figura di Massimo Dell’Orso, il custode degli animali del Parco, scomparso prematuramente nel 2018. Fu proprio lui, insieme alle veterinarie Noemi Orazi e Monica Ferrari, a prendersi cura di Merlino sin da quando era cuccioli.
Merlino divenne subito popolare e centinaia di persone ogni anno andavano a fargli visita; ma la sua notorietà aumentò dopo il terremoto del 2016, che colpì duramente il territorio dei Sibillini danneggiando pesantemente anche il centro faunistico. Ed è proprio Merlino il protagonista del libro “La notte della polvere”, scritto da Massimo insieme a Maria Cristina Garofalo. Sullo sfondo i terribili effetti del terremoto sui paesi e le comunità dell’appennino umbro-marchigiano, ed il racconto in prima persona del lupo Merlino che ricostruisce il suo straordinario rapporto con quell’uomo che gli ha salvato la vita. Nel libro successivo, “Le terre di cristallo”, Merlino saluta il suo amico Massimo.
È lo stesso Massimo, in una breve intervista del 2017, a spiegare perché decise di chiamare quel cucciolo di lupo proprio con il nome di Merlino: «Quando piccolino l’abbiamo messo nel recinto, molte volte non lo trovavo, perché lui si nascondeva così bene che non riuscivo a vederlo. Poi, all’improvviso, appariva come per magia. Siamo nel regno della Sibilla e, anche se non è propriamente attinente, l’Ariosto ci dice che Merlino e Morgana vennero alle nursine grotte e al lago d’Averno, quindi il lago di Pilato, a consacrare il libro del comando. Questa contaminazione tra la saga celtica e quella nostra appenninica di origine greco-romana si è così saldata, e questo nome, Merlino, mi piaceva particolarmente».
«L’impegno del Parco, già assunto insieme al Comune di Castelsantangelo – dichiara Spaterna – è quello di restaurare il centro faunistico e migliorarlo con nuove strutture, per renderlo un punto di riferimento di eccellenza nelle attività riguardanti la conservazione della fauna e per il recupero degli animali selvatici ritrovati feriti o in difficoltà nell’area dei Sibillini. Una nuova opportunità, insomma, anche per la ripresa del territorio, legata alla cura e alla valorizzazione delle sue straordinarie risorse naturali».


