Vincenzo Sgalla

Cgil, Sgalla pronto a lasciare (Ciavaglia in pole position). È stato di fatto capo dell’opposizione, ma niente politica nel futuro, tornerà a tifare Perugia e Inter

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | Col congresso regionale parte la successione. Ma non sarà facile prendere il posto del leader di lotta e di governo che è riuscito a tenere la rotta tra le onde tempestose alzate dalle categorie (trasporti, acciaio, sanità)

di Marco Brunacci

PERUGIA – Non sarà un congresso qualunque. Mercoledì è prevista l’uscita di scena del segretario regionale simbolo di questa ultima fase della Cgil Umbria anni Duemila, Vincenzo Sgalla. I tam tam dicono che al suo posto andrà Filippo Ciavaglia da Nocera, operaio Merloni, una lunga carriera nella Cgil, figlio di emigranti come l’altro segretario generale Mario Bravi. C’è chi, al suo posto, ha fatto i nomi di Farinelli, chi di Fiorucci, ma non dovrebbero esserci colpi di scena.

Il 25 va in scena il congresso Cgil umbro, col segretario nazionale Landini che chiude il giorno dopo. Un congresso che comunque confermerà la linea scelta da Sgalla. Quale? Cgil Umbria come sindacato di lotta che non dimentica di esserlo stato anche di governo, al quale l’avvento del centrodestra ha dato un po’ di ossigeno, nella grande crisi dei corpi intermedi della società, primo fra tutti, appunto, il sindacato, quotidianamente spiazzato dai protestatari di ogni colore e prima vittima della rivoluzione del “vaffa” perpetrata dai grillini.
Sgalla è stato impareggiabile nel prendere il posto del Pd nell’opposizione organica alla giunta Tesei, mantenendo però il suo vascello in linea di galleggiamento tra le onde tempestose che arrivavano dalle categorie: dai nostalgici autoferrotranvieri come dai pasdaran dell’acciaio per finire con il complicato “rione sanità”, un settore nel quale, per altro, il governo di centrodestra ha lasciato ampi spazi per le contestazioni.
Dopo Ulderico Sbarra da Cisl, esce un’altra personalità forte, un numero uno, un protagonista che con la sua personalità ha tenuto insieme anime diverse del sindacato, sapendo coniugare proposta e protesta.
La novità annunciata – sarà così? vediamo – è che Sgalla non avrà un futuro in politica, come invece spesso succede ai sindacalisti. Tornerà a tifare forte Perugia e Inter, a studiare le dinamiche della fabbrica, lui che viene da Perugina e che adesso si ritrova lo stabilimento di San Sisto, per decenni epicentro di sisma sindacali, tra i più tranquilli lidi e simbolo di efficienza nel mondo della multinazionale Nestlè che lo ha acquistato e cambiato – con apporto sindacale marginale – negli anni.
Sostituire Sgalla in Cgil non sarà facile per nessuno, viste le qualità dell’uomo, fare a meno di Sgalla per l’Umbria non sarà un buon affare, con i problemi che ci sono di classe dirigente.
Ma si scrive una pagina nuova.

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