di Marco Brunacci
PERUGIA – We have a dream: Bob Dylan a Umbria jazz. Il magico menestrello del Minnesota, 81 anni, solo e sempre una voce e una chitarra, farà sentire le note da brividi alla schiena di Blowin’ in the wind, ballata senza tempo, al pubblico del cinquantesimo anniversario dello straordinario Festival made in Umbria? Sì, proviamo ancora. Costo (stimato dagli esperti) 600 mila euro, dicono. Ma il mito non ha prezzo. Si discute della capienza del Santa Giuliana, l’arena bomboniera e culla di Uj, non uno stadio. Si pensa per un attimo a sistemare il Curi per una serata speciale, ma – concludono i senatori – sarebbe come non far sposare Lady D nella Saint Paul cathedral. Un sacrilegio.
Si pensa a tenere i prezzi dei biglietti a livelli degni della leggenda e dei suoi costi. Alla fine si decide l’ultimo assalto. Si riuscirà? Di sicuro si proverà, in ogni maniera.,
Certo: la riunione su Umbria jazz in Regione è stata quanto di meno ovvio e scontato si potesse immaginare. Carlo Pagnotta impeccabile, un lord inglese, eleganza da eventi anche per il presidente Laurenzi. Grande concentrazione di tutti, dal primo all’ultimo rappresentante dei Comuni. Ecco poi la presidente della Regione, Donatella Tesei, sorridente ma un po’ tirata, schierata a difesa dei conti, e l’assessore Paola Agabiti Urbani-Mary Poppins, che invece vuol coronare i successi 2022-2023 volando sul tappeto rosso di luglio.
Dopo Dylan, l’altro tema delicatissimo. Quanto si spende? 5 milioni, dice chi di queste riunioni se ne intende. Ma chiarisce: niente è deciso. Anche se Tesei, di fronte al conto, ha reazioni simili alla vecchia zia del film di Checco Zalone quando vede la bolletta della luce. Ma è il cinquantesimo anniversario, bisogna mettersi il vestito buono. Sponsor? Niente si sa. Rientra in grande Conad? Così dicevano qualche tempo fa.
Infine l’ultimo terreno minato. Si fa o non si fa il prologo a Terni, nella storica Villalago di Piediluco, voluta dall’assessore regionale Alberto Provantini come primo palco di Umbria jazz. 50 anni fa, ospiti gli Aktuala insieme a un giovanissimo talento di nome Dee Dee Bridgewater, per far partire una straordinaria esperienza di successi?
Paola Agabiti sì, sì e sì. Tesei sì, ma si vede che pensa sempre ai soldi da spendere. Il presidente Laurenzi sì, certo, ma facciamo le cose per bene. Cristina Colaiacovo, giovane e brillante presidente della Fondazione di Perugia, non dice di essere contraria ma quanti ma. Gli assessori comunali capiscono che non è pane per i loro denti.
E allora, silenzio, la parola a Carlo I (e ultimo), imperatore di tutti i jazz delle Umbrie, impeccabile come il suo look, esemplare come sul prato di un royal garden inglese, appena sceso per una partita di cricket. Dice: non ne sapevo niente di prologo, non me lo avete chiesto, non ci ho pensato, chi mandiamo.
Come finirà? L’ultimo colpo del bastone di cricket, come sempre, sarà di Carlo I Pagnotta, che festeggerà 90 anni ad agosto, appena finito la celebrazione del grande Festival. Poi si discuterà del suo futuro e di quello di Umbria jazz.