TERNI – Il consigliere comunale Emanuele Fiorini chiede come sia possibile che «l’attuale dirigente all’istruzione, cultura e welfare del Comune di Terni» abbia «partecipato e vinto il concorso pubblico per titoli ed esami indetto da questa Amministrazione nel 2020, quando sembrerebbe che la stessa non possieda il titolo richiesto dal bando ai fini dell’ammissione alla procedura».
Un dubbio pesante, quello di Fiorini, per cui si attende la risposta di palazzo Spada, anche per dare la possibilità all’interessata di dimostrare la completa correttezza della procedura. Che invece per adesso il consigliere riassume così: «L’articolo 2 comma 1 del predetto bando rubricato “requisiti per l’ammissione” disponeva che, per essere ammessi al concorso, i partecipanti dovessero possedere i seguenti titoli di studio: diploma di laurea vecchio ordinamento in giurisprudenza, scienze politiche, economia e commercio o equipollenti o laurea specialistica di cui al decreto ministeriale n. 509/1999 o laurea magistrale di cui al decreto ministeriale N. 270/2004, equiparati ai diplomi di laurea del vecchio ordinamento sopra indicati, secondo quanto stabilito dal Decreto interministeriale 09.07.2009, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 233/2009. Dalla verifica del curriculum della dottoressa, pubblicato sul sito dell’Ente in Amministrazione Trasparente, si evince che la stessa ha una laurea specialistica in statistica e informatica per l’azienda, un titolo che potrebbe non essere né equipollente né equiparato al diploma di laurea in giurisprudenza, scienze politiche ed economia e commercio, in base a quanto stabilito dai decreti ministeriali riportati all’art. 2 comma 1 del bando di concorso. Com’è possibile che nessuno si sia accorto di questo dettaglio?».
«Chiederò – conclude Fiorini – di trattare immediatamente l’argomento in IV Commissione con l’audizione del dirigente Vista e dell’assessora Scarcia e che, per il momento, l’operato della dirigente in via cautelativa sia sospeso al fine di fare chiarezza perché, laddove la mancanza del titolo risultasse accertata, si porrebbe un problema di legittimità dei suoi atti amministrativi, sia passati che futuri».
