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A Pian d’Assino e Pierantonio si lotta e si resiste a una settimana dalle scosse

Le storie di chi spera e non molla. Il grido che si leva da questi due paesi è uno solo: «Non dimenticateci»

R.P.

UMBERTIDE (Perugia) – Una settimana è un periodo troppo breve per rimarginare le ferite di un terremoto. Ancora è percettibile il dolore e l’angoscia della gente di Pierantonio, Sant’Orfeto, Pian d’Assino e Badia di Montecorona, i più danneggiati dal sisma del 9 marzo.

La vita va avanti. I ragazzi delle medie di Pierantonio sono tornati in classe nella sede provvisoria di Umbertide. I bambini delle elementari ci torneranno tra pochi giorni, quando saranno ultimati i lavori di sistemazione di alcuni locali della scuola materna.

I volontari della protezione civile, della Croce rossa italiana, i caschi rossi e le forze dell’ordine svolgono la loro opera di sostegno in silenzio e dedizione. Le istituzioni locali e le strutture comunali si impegnano per garantire ciò che serve per fronteggiare la situazione emergenziale.

terremoto Umbria 2023

Il centro di Pierantonio è popolato solo da vigili del fuoco, da tecnici della ProCiv e da chi è in attesa del responso sull’agibilità della sua casa o della propria attività. C’è qualcuno che si ferma ai limiti della zona rossa, all’ombra del campanile della chiesa di San Paterniano, per incontrare qualche compaesano nell’unico bar ancora in funzione. Nell’altro, distante a pochi metri di distanza, la saracinesca è rimasta in abbassata dal momento della seconda scossa. Don Anton, il parroco del paese, affigge a una delle due bacheche di piazza l’avviso di una novena di ringraziamento alla Madonna di Fatima.

Le abitazioni sono inagibili al 90%. I negozi aperti si contano sulle dita di una mano. Hanno dovuto chiudere anche lo studio del medico condotto del paese e il veterinario ha dovuto sospendere il servizio. Gli sfollati sono arrivati quasi a 600.

Il grido che si leva da questi due paesi divisi solo da un corso d’acqua, è uno solo: «Non dimenticateci».

terremoto Umbria 2023

A Pian d’Assino, minuscola località del Comune di Umbertide dove è stato registrato l’epicentro di entrambi i sismi, il rischio spopolamento è altissimo. Qui abita da sempre e ha l’attività di famiglia Valentina, forte e decisa a lottare per la sua comunità, fortemente provata dal terremoto del 1984: «Su undici abitazioni della parte vecchia del paese otto sono inagibili. La nostra comunità si è disgregata. Io resto qui proprio per non lasciare abbandonato il nostro borgo». Poco più avanti c’è Fausto, che a Pian d’Assino c’è nato: «È stata una settimana difficile. Quasi tutti qui in paese abbiamo ricevuto l’ordinanza di sgombero. C’è chi ha trovato ospitalità da amici, altri da parenti. I disagi sono tanti. Io ho dormito per alcune notti in un ambiente piccolissimo. Quasi in fondo all’agglomerato delle case più vecchie c’è la chiesetta della Madonna della Neve. Per i piandassinesi non è un semplice edificio religioso ma il simbolo di tutta questa gente. Anche lei, come altre chiese dei dintorni, non potrà ospitare per qualche tempo riti e fedeli.

Nella piazza principale di Pierantonio c’è Rita che ha dovuto lasciare insieme al marito e ai figli la casa di famiglia per colpa per inagibilità: «Abbiamo passato le prime due noti in auto. I nostri amici ci hanno dato un grande aiuto e ci hanno aperto le loro case. La nostra famiglia è stata smembrata. Siamo in sette e trovare il posto per tutti non è stato facile. Con mio marito, siamo stati da dei conoscenti a Casa del Diavolo. Mio padre si trova da mio fratello a Perugia. I nostri due figli sono a casa delle loro fidanzate, uno a Villa Pitignano e l’altro a Torgiano. È importante che riusciamo a riunirci il prima possibile quanto meno per avere una parvenza di normalità».

terremoto Umbria 2023

Tra le poche botteghe che sono rimaste aperte ce ne sono alcune storiche, attive da decenni e testimonianze tangibili della vita di un paese. Michela attende venerdì mattina la decisione delle autorità preposte al controllo se sarà agibile oppure no la macelleria di famiglia: «Il palazzo sopra il negozio è messo proprio male. A breve sapremo se resteremo aperti oppure no. Ho la casa inagibile. Io e mia figlia siamo state da mia sorella, mio marito e mio figlio a casa di mia madre, mia suocera è da suo fratello. È una situazione devastante».

terremoto Umbria 2023

Nel suo salone Massimo Biagini fa la barba a un cliente. La sua barbieria è attiva: «Per fortuna i danni non ci sono stati. È una situazione dura. In tanti sono andati via e il paese è vuoto. Da venerdì scorso ho tenuto sempre aperto per dare un servizio ai pierantoniesi e per dare un segnale di speranza visto che i negozi aperti sono rimasti veramente pochi».

Nella giornata di venerdì 17 marzo è previsto l’invio della corposa relazione da parte della Regione Umbria al governo centrale per permettere la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale.

Occorre agire in fretta. Questa gente, oltre alla vicinanza, vuole atti concreti che possano far tornare alla normalità le loro esistenze.

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