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La carica dei 17mila (permessi)

La Ztl chiusa, le soste selvagge, l’addio di Benetton e presto del negozio accanto: il centro di Terni muore. In corso Tacito si sono spente 25 vetrine

TERNI  – Diciassettemila auto nel centro storico di Terni sono tante. Certo non circolano tutte insieme. Ma sono autorizzate a farlo. Tanti sono infatti i permessi annuali per accedere alla Ztl allo scadere del 2022 (18mila nel 2021). Di questi 3.600 sono di tipo R (residenti), di cui 2.161 primi permessi.

A contare sono anche le elettriche, che non inquinano ma che superano ugualmente i varchi:  1.196. Poi, ai 17mila e spicci, vanno aggiunti i permessi giornalieri. E allora ecco che il centro si riempie di vetture.  Ecco che si incontrano più auto parcheggiate davanti alle vetrine dei negozi o sui marciapiedi di piazza del Mercato, che fuori dalla Ztl. Ecco che in corso Tacito le saracinesche si abbassano una dopo l’altra. Ecco che lunedì Benetton svuota i locali e presto anche il negozio accanto andrà via. Due attività commerciali che fanno parte della storia di Terni e che lasciano un vuoto difficile da riempire, vuoi per il caro affitti e  vuoi per la situazione di degrado in cui versa il centro città. Ieri Umbria7 ha contato le vetrine spente lungo il corso principale: 25. Venticinque vetrine che corrispondono a 12 negozi chiusi negli ultimi mesi. E che  presto diventeranno 27 visto che entro marzo ne scomparirà un altro.

Il traffico veicolare, le soste selvagge, i sacchi di immondizia a ridosso delle panchine, le aree di verde con l’erbaccia che arriva alle ginocchia o proprio senza verde, le strade a “pezzi”, concorrono a rendere la città poco attrattiva e il centro ancora meno “attraente”.

Non si può dire che il progetto delle ciclabili sia al palo, visto che i lavori per il tratto che collegherà la stazione ferroviaria a Pentima  sono stati affidati e partiranno a giorni. Ma al palo si trovano sempre più biciclette nonostante una ordinanza del sindaco Latini lo vieti. Legate ai pali e poche, perché ai ternani piace girare in auto anche per piccoli tratti. Non a caso Terni pianeggiante neanche compare nella classifica delle città ciclabili che assegna la medaglia d’oro a Ferrara con un totale di 150,29 chilometri  di piste ciclabili. L’argento a Reggio Emilia, il bronzo a Modena, il quarto posto a Bolzano. Seguono: Padova, Piacenza, Parma, Forlì, Trento, Venezia. In tutte queste città ci sono treni regionali dove è possibile salire con la propria bicicletta e nelle rispettive stazioni ferroviarie si trovano depositi per la custodia e la manutenzione delle bici. Terni ci ha pensato alle infrastrutture – le velostazioni – ma deve pensare ancora a farle funzionare.  A Michele Rossi, il consigliere comunale di Terni Civica che passa da una seduta del consiglio ad un incontro politico pedalando, hanno rubato cinque biciclette negli ultimi anni: «Questa è la sesta». L’ha ricomprata. Per lui è una questione culturale. Per lui Terni si scopre solo pedalando. «Terni da questo punto di vista si sta trasformando, sta diventando veramente una città a misura di bicicletta.  Oggi ha abbastanza infrastrutture.  Bisogna però  lavorare ancora molto – sottolinea  Rossi –  perché la bicicletta venga  vista come una alternativa all’auto e non come un mero mezzo da utilizzare nel tempo libero. Usare la bicicletta è di fatto un buono stile di vita dalle profonde ricadute culturali, sociali ed  economiche. Personalmente, da amministratore pubblico, muovermi in bicicletta mi permette di guardare e vivere a fondo la città con i suoi problemi ma anche con le sue bellezze. Perché la bicicletta esalta il piacere della scoperta e della lentezza».

polizia Perugia

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