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L’equinozio di primavera non coincide più con il 21 marzo. E non lo sarà fino al 2102. Ecco perché

Ora cade il 20 marzo: la spiegazione del fenomeno astronomico

DI ARIANNA SORRENTINO

PERUGIA – «Respiriamo l’aria e viviamo aspettando primavera», così cantava Marina Rei nel 1997, quando ancora il giorno atteso della bella stagione era il 21 marzo. Quest’anno, invece, il 21 marzo coincide con il secondo giorno di primavera: l’equinozio è caduto con un giorno di anticipo, ieri 20 marzo alle 22.24 (ora italiana).

Anche se nell’immaginario collettivo la primavera avrebbe dovuto fare il suo ingresso proprio oggi, ormai è da tempo che non è cosi: precisamente dal 2007. Da cosa è dovuto? Lo spiega il sito blueplanetheart.it, che dà la “colpa” all’inclinazione dell’asse terrestre ma anche al calendario gregoriano.

L’equinozio è la data in cui il giorno ha la stessa durata della notte e questo si verifica solo in due momenti, ogni sei mesi. «Questo movimento varia durante l’anno: la Terra si avvicina al Sole per sei mesi e poi si allontana per i successivi», si legge nel sito. E poi, «A questo fenomeno cosmico si aggiunge un elemento specifico del nostro calendario, quello gregoriano adottato nel XVI secolo, che non corrisponde esattamente con la durata di una rotazione della Terra attorno al Sole, pari a 365,2422 giorni», perché un anno dura 365 giorni. E per compensare questa differenza, sono stati introdotti gli anni bisestili, con l’aggiunta del 29 febbraio. «Di fatto questa soluzione crea un nuovo squilibrio che fa anticipare l’equinozio di primavera o lo posticipa al 21 marzo».

Comunque ci sarà da abituarsi a non festeggiare più l’arrivo della primavera il 21 marzo: il fenomeno astronomico sarà sempre il 20 marzo fino al 2102.

La primavera meteorologica però è iniziata dal primo marzo: quest’anno, in Umbria, il marzo pazzerello ha portato la neve. Anche qui, lo aveva spiegato il sito sopracitato: «Le stagioni astronomiche seguono l’andamento di solstizi ed equinozi. Tutte quattro le stagioni meteorologiche (primavera, estate, autunno, inverno) cominciano, dunque, con un anticipo di 21-23 giorni rispetto all’inizio delle stagioni astronomiche, che invece seguono l’andamento di solstizi ed equinozi. Il mese più caldo e quello più freddo cadono esattamente nel mezzo di estate e inverno meteorologico. Grazie a questa differenza, andando l’inverno meteorologico dal 1° dicembre al 28 (o 29 febbraio) e l’estate meteorologica dal 1° giugno al 31 agosto, il mese statisticamente più freddo, gennaio, e quello statisticamente più caldo, luglio, cadono esattamente nel mezzo delle rispettive stagioni meteorologiche».

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