TERNI – Clamoroso cambio di fronte: basta con i tavoli locali e regionali. Sia per il centrodestra che per il centro-sinistra si apriranno tavoli romani per individuare i rispettivi candidati a sindaco di Terni.
Iniziamo dal Pd. Sembrava tutto fatto per il lancio del professore argentino Kenny ma tra venerdì notte e sabato mattina le carte si sono rimescolate. Un pezzo del gruppo dirigente dei Dem ha provato a convincere in tutti i modi i Cinque Stelle a non presentare Claudio Fiorelli. Ma i pentastellati sono andati diritti per la loro strada. E sabato mattina nella sala del consiglio comunale – a palazzo Spada – si è visto l’ex sindaco Leopoldo Di Girolamo, l’uomo della trattativa ad oltranza con i Cinque Stelle. E dallo stesso gruppo è stato deciso di informare Elly Schlein, la neo segretaria del campo largo: a Terni il Pd è in rottura con i Cinque Stelle, occorre metterci una toppa. E mentre il segretario comunale Pierluigi Spinelli, con il sostegno di un altro ex sindaco, Paolo Raffaelli, non vede l’ora di lanciare Kenny, c’è chi ha chiesto l’apertura del tavolo romano. Poco probabile, a questo punto, che lunedì sera l’assemblea degli iscritti prenda una decisione definitiva. Nella capitale sembra destinato a finire anche il faccia a faccia tra il sindaco uscente Leonardo Latini e l’emergente Orlando Masselli. FdI, anche nel recentissimo vertice di Perugia, ha rotto gli indugi: «Latini è ormai stato delegittimato dalla stessa Lega, è troppo debole, noi abbiamo il 30 per cento, dobbiamo esprimere il sindaco di una città rilevante, anche per riequilibrare le poltrone della presidente della Regione e del sindaco di Perugia». Visto lo stallo tra Lega e FdI sarebbe stato il deputato di Forza Italia Raffaele Nevi ad invocare il tavolo romano. Ormai dunque il caso Terni, sia a destra che a sinistra, ha traslocato nell’Urbe.