AURORA PROVANTINI
TERNI – Il cuore verde d’Italia ancora più verde. L’Umbria ancora più green. Come? Con il carbone vegetale: il biochar. Con il progetto di tre donne che scelgono Perugia per la costituzione della cooperativa di comunità “Localcarbon Italia” e Terni per la sede operativa. Che l’8 marzo mettono le gambe ad un progetto responsabile che ha l’ambizione di restaurare la fertilità del suolo e contrastare il riscaldamento globale. Tre: Silvia Sandri, Carolina Maraffino e Ammy Alise Bratten. Tre donne e un progetto rosa per “risanare” la verde Umbria. Per contrastare la crisi climatica offrendo soluzioni vantaggiose per le aziende nella gestione sostenibile delle risorse ambientali. In pratica la cooperativa acquisterà carbone vegetale ad un prezzo di favore da un produttore locale di Terni e lo donerà agli agricoltori. La produzione di carbone vegetale utilizza scarti legnosi derivanti dall’agricoltura o dalla silvicoltura, converte il contenuto di carbonio della biomassa in una forma stabile simile ad un minerale e la rimuove dal ciclo organico del carbonio per migliaia di anni. «Durante quel processo – spiega Silvia, che delle tre è colei che guiderà la cooperativa – vengono generati dei crediti di carbonio che saranno venduti alle aziende che desiderano azzerare le loro emissioni». I crediti sono generati da una startup dell’Aquila, fondata anch’essa da una donna, Silvia Scozzafava, scienziata ambientale.«Noi sosteniamo che la vegetazione della terra è il sistema di cattura del carbonio per eccellenza. Che non bisogna creare un sistema di cattura del carbonio per scongiurare il pericolo di un ulteriore riscaldamento globale. Ma solo un sistema di stoccaggio – concordano le tre amiche dell’ambiente – ovvero un metodo che impedisce al carbonio contenuto nelle piante di tornare in atmosfera attraverso la decomposizione o la combustione a fine ciclo di vita».