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Il Day after della battaglia di Terni/In bilico tutti gli equilibri umbri del cdx

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | Dalla Regione a Perugia, da Foligno a Marsciano nessun dorma. Focus sulle mosse di Fdi che non può far vincere solo la minoranza interna. I ruoli di Lega, Fi e civici

di Marco Brunacci

TERNI – Il day after dei terribili Terni games.
Intanto per il centrodestra umbro, ma solo perché per il centrosinistra non sono terminati (si aspetta l’esito un eventuale intervento Schlein-Conte a favore di Fiorelli candidato unico di tutti i no-cdx).
Che succede ora in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, da Foligno a Marsciano, da Perugia alla Regione?

Allora: il Fdi ha vinto la partita in virtù del gioco maschio del segretario regionale Zaffini. Mandato a casa il sindaco al primo mandato – il leghista divisivo Latini – ha imposto Masselli, che però è un candidato espressione diretta della minoranza del partito della Meloni.
La “linea Pace” ha un qualche seguito a Terni. Praticamente niente nel resto della regione.
Questo significa che ora Zaffini dovrà soddisfare le esigenze della maggioranza del partito (lui stesso e gli altri leader Prisco e Squarta).
Fdi da sempre vuole Perugia. Ma il sindaco di Perugia per cdx non è una casella da riempire ma una battaglia da vincere. Nel contesto di una città che si sente ancora di centrosinistra.
Se a Perugia si immagina di candidare la Margherita Scoccia , con tutti i rischi del caso, il vero test è rappresentato dalla Regione, dopo il tossico (in particolare per Fdi) mancato rimpasto di Giunta.
Si sa che dentro Fdi la linea largamente prevalente chiede di riprendere la guida del massimo potere umbro.
O direttamente o attraverso un candidato che deve tornare comunque a essere di Perugia (Romizi o chi per lui), visto che l’ultimo presidente di Regione del capoluogo è stato del Pci (Mandarini). L’altro perugino è stato Marri (ancora Pci) tanto tempo fa, visto che Bracalente è marchigiano.
Facile obiettare: i dossier delle Regioni si decidono a livello nazionale. Certo ma queste sono le premesse, dopo la guerra nucleare di Terni. Mandato via al primo mandato Latini, si può sostituire anche Tesei senza grossi problemi, argomentano in larga parte di Fdi.
Nel resto del cdx cosa succede?
Forza Italia ha accontentato Nevi a Terni, ora spazio a Romizi, che ha rapporti eccellenti in Fdi con Prisco e Squarta. Meno eccellenti con Zaffini, che continua chiedergli di essere più presente al fronte e di fare “qualche telefonata in più”.
Ma ci mancherebbe che il prode segretario regionale rischiasse di ritrovarsi ad avere accontentato solo la minoranza interna, tra l’altro la più massimalista e meno adatta a rappresentare il futuro che immagina Meloni per Fdi come partito di governo, pronto a intese al centro col Ppe.
Sarebbe uno schiaffo per tutti i suoi. Qui come a Roma.

Comunque, prima della Regione, ci sono le elezioni a Foligno e a Marsciano. E qui ecco che si può dare qualcosa alla grande sconfitta di Terni: la Lega.
Caparvi porterà a casa a palazzo Spada il ruolo di vicesindaco per la Alessandrini e non è poco.
Potrebbe puntare a tenere Foligno (con Zuccarini che ha fatto un lavoro egregio) e forse anche Marsciano. Ma si tratta di sacrificare la Regione.
Non abbiamo detto dei civici che si appoggiano a destra. Paola Agabiti Urbani ha molte ambizioni (anche presidenziali?) e già prepara la lista. Nilo Arcudi non si lascia sfuggire occasione per rammentare che i suoi voti non sono pochi e da considerarsi determinanti in diversi contesti.
Il Day after della battaglia di Terni sarà lungo e impegnativo.
Ma nulla sarà come qualche tempo fa: la sostituzione di Latini come candidato sindaco è un segnale di vitalità. Tutto può essere rimesso in discussione. Nessun dorma. Alla nuova alba qualcuno vincerà, qualcuno no.

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