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Liste d’attesa, cura choc: 7 milioni per abbattere 74mila prestazioni arretrate per fine luglio. Appuntamenti entro 15 giorni

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | Dove? «Nel posto più vicino». Se Asl e ospedali non saranno in grado dovranno farsi aiutare obbligatoriamente dai privati. E con le nuove richieste? Massima attenzione. Previsione? Scommessa vinta se tra vecchie e nuove ad agosto ne restano 10mila

di Marco Brunacci

PERUGIA – Sette milioni per abbattere 74mila prestazioni oggi in lista d’attesa. In 30 giorni i cittadini-pazienti dell’Umbria dovrebbero finalmente veder muoversi questo gigante di pratiche inevase e ricominciare ad occuparsi della propria salute in maniera corretta nei modi ma anche nei tempi.
Come funzionerà il nuovo metodo ad impatto immediato?

Le due Asl e le due Aziende ospedaliere da subito inizieranno a contattare chi è in fila. Proporranno loro una prestazione entro 15 giorni, non oltre, nella sede a loro più vicina (cercando di venire incontro ad una delle più grosse lamentele soprattutto tra gli anziani).
Laddove Aziende e Ospedali non saranno in grado di abbattere il monte delle richieste nei tempi stabiliti (ed entro il 31 luglio) dovranno obbligatoriamente farsi aiutare dai privati.
Per il cittadino-paziente non cambia nulla, ma parte dei soldi, invece che ad Asl e ospedali, finiranno alle strutture private.
Da notare: la scelta della Giunta Tesei non è quella di far ricorso subito (come successo in Regioni anche di centrosinistra) ai privati, ma di provare a far funzionare come Ferrari i motori delle Aziende sanitarie che finora hanno stentato a reggere il ritmo di una Cinquecento.
Comunque niente più capziosi metodi, ma intervento, come dire, a gamba tesa. Secco, determinato.
Obiezioni: delle difficoltà di trovare sempre la soluzione di un ambulatorio sotto casa, in favore soprattutto degli anziani, abbiamo detto. Ma si farà tutto il possibile appoggiandosi anche alle strutture private, molto ben distribuite sul territorio.
L’altro problema: non è che per smaltire l’arretrato è prendersi quota parte dei 7 milioni messi dalla Regione, le Aziende della sanità non faranno fronte alle nuove richieste di prestazioni? Magari rinviandole?
Non sarà così – assicurano in Regione – perché la delibera prevede contromisure anche in questo senso.
Volete però una previsione ragionevole da Umbria7? La scommessa è da considerarsi vinta se al 31 luglio, tra nuove e vecchie richieste di prestazione, ne restano – diciamo – 10mila. Delle 74mila di oggi più le altre che arriveranno.

LA NOTA DELLA REGIONE

La Giunta regionale ha deliberato quest’oggi il “PIANO OPERATIVO STRAORDINARIO DI RECUPERO DELLE LISTE DI ATTESA”, volto all’abbattimento delle prestazioni sospese e al loro futuro contenimento. Gestire le liste di attesa rappresenta una sfida per tutti i Servizi Sanitari Regionali, ed attese significative sono presenti in Umbria da anni, tanto che in passato sono stati adottati molteplici provvedimenti tesi a contenere proprio i tempi di attesa.
Lo stato di emergenza Covid, che ha colpito la Nazione ad inizio 2020, ha certamente acuito il problema. Le crisi epidemiche che si sono susseguite, infatti, hanno portato ad adottare misure volte al contenimento della diffusione virale tra cui la sospensione di tutte le attività programmabili, la garanzia delle attività indicate come non procrastinabili e la adozione di procedimenti di sicurezza che hanno visto come risultati l’aumento dei tempi delle singole prestazioni.
A fine aprile 2022, terminata l’emergenza, le prestazioni in sospeso erano circa 76mila mentre oggi risultano circa 74mila.
Occorre, quindi, abbattere lo stock di prestazioni accumulate, gestendo nel contempo le nuove richieste della cittadinanza.
La delibera odierna, pertanto, ha il duplice scopo da un lato di smaltire entro il prossimo 31 luglio le prestazioni in sospeso e dall’altro di mettere in campo una serie di azioni per evitare futuri percorsi di tutela ed assicurare di conseguenza prestazioni rapide sulle nuove richieste.

Nello specifico, per il primo obiettivo la Regione mette a disposizione il finanziamento aggiuntivo per l’Umbria, che ammonta a circa 5,3 milioni di euro ai quali si sommano altri 1,6 milioni già presenti nei bilanci delle Aziende ospedaliere e sanitarie, proprio al fine di smaltire le 74mila prestazioni. Le Aziende andranno, infatti, a trasmettere alla Direzione regionale una tabella contenente le prestazioni in questione al fine di pianificare il loro smaltimento entro il 31 luglio 2023, anche attraverso l’eventuale coinvolgimento di strutture convenzionate.
Il secondo obiettivo ha come scopo quello di non far creare nuovi percorsi di tutela o al massimo di effettuare le prestazioni entro una o due settimane dal momento della richiesta del paziente.
Il tutto attraverso una serie di attività che, in sintesi, prevedono:
Offrire un’offerta ampliata basandosi sul numero delle prestazioni che oggi vanno ad alimentare i percorsi di tutela, salvando, quando possibile, il principio di prossimità rispetto alla residenza del richiedente;
Prevedere l’utilizzo dei macchinari per gli esami per minimo per 12 ore al giorno nei giorni feriali (8-20) e con programmazione anche di apertura serale (almeno una alla settimana) e nei giorni festivi (almeno 2 domeniche al mese);
Attivare l’overbooking che, con l’offerta ampliata in maniera corretta, diviene residuale e permette il recupero tempestivo delle prestazioni;
Attivare la presa in carico da parte degli specialisti così da prescrivere le prestazioni di approfondimenti/completamento diagnostico senza che il paziente sia rinviato al medico curante;
Monitorare costantemente l’offerta dei primi accessi e dei secondi accessi (esami successivi) per riallineare l’offerta al recupero dei posti disponibili;
Revisione dell’ambito di riferimento per gli over 65 e i pazienti fragili che sarà attivato a livello distrettuale e non più regionale.
Inoltre, attraverso ulteriori attività specifiche sia da parte degli specialisti che della governance, ci si prefissa di aumentare l’appropriatezza delle prescrizioni.
Parallelamente alle prestazioni specialistiche ambulatoriali, nella delibera, si indica come ottimizzare anche il governo delle liste di attesa chirurgiche attraverso strategie simili a quelle indicate per le prestazioni ambulatoriali e l’ottimizzazione dell’utilizzo delle sale operatorie.

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