DI ARIANNA SORRENTINO
PERUGIA – L’uno vissuto a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento, l’altro invece nel ventesimo secolo. Una differenza d’età di circa 470 anni. Eppure, dal 20 giugno non saranno mai così vicini e in sintonia: sarà possibile ammirare le loro opere e il dialogo tra loro con la mostra “Nero Perugino/Burri” nata dalla collaborazione della Fondazione Perugia e Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri in occasione del V centenario dalla morte del Perugino.
È stata presentata nella mattina di mercoledì 5 aprile a palazzo Graziani dai due curatori della mostra, la storica dell’arte Vittoria Garibaldi e il presidente della Fondazione Burri Bruno Corà e dalla presidente della Fondazione Perugia Cristina Colaiacovo. «Due grandi istituzioni private collaborano insieme per un progetto espositivo che mette in dialogo le opere dei maggiori artisti di origine umbra – introduce la presidente Colaiacovo – Si tratta di un progetto innovativo ma anche sperimentale. Il nero ci ha guidato è stato il fil rouge che collegava i due artisti in un confronto per niente banale ma quasi un percorso di avvicinamento da contemporanei. È stata una collaborazione da subito proficua e spontanea, nata dalla volontà di non porsi in sostituzione o sovrapposizione alla ricca offerta culturale della nostra Regione, ma anzi di collaborare per invitare i visitatori ad approfondire e quindi ad un turismo di esperienza e che possa assaporare gli artisti nelle loro terre di origine».
Saranno circa 20 le opere esposte: la Fondazione Burri ha messo a disposizione le opere dell’artista tifernate e poi ci saranno gli importanti prestiti di prestigiosi musei, a partire Galleria Nazionale dell’Umbria fino alla Galleria degli Uffizi e al Museo del Louvre. L’elemento più evidente che accomuna le opere in mostra è lo sfondo nero, privato quindi delle ambientazioni paesaggistiche o prospettico-architettoniche e che rappresenta una grande innovazione per l’epoca del Perugino ed uno dei tratti più ricorrenti nell’opera di Burri. Ma gli aspetti comuni non finiscono qui come ha spiegato Vittoria Garibaldi che ha curato la grande mostra sul Perugino del 2004: «Ho avuto l’onore di conoscere ma soprattutto di frequentare Alberto Burri negli anni ottanta. Era solito ripercorrere le vie del Rinascimento dell’Italia centrale insieme ai suoi più cari amici come Nemo Sarteanesi. È questo un dialogo dalle radici lontane e che trova conferma nelle linee, nelle forme e nelle sensibilità cromatiche che uniscono i due grandi artisti».
LA MOSTRA:
La mostra verrà allestita a palazzo Baldeschi, al piano Nobile. Verrà inaugurata il 20 giugno e sarà aperta fino al 2 ottobre. Ci sarà anche un biglietto unico per poter visitare, dopo essere venuti a Perugia, anche la collezione Burri a Città di Castello.



