PERUGIA – Perugia, quartiere Fontivegge. I residenti notano un sospetto via vai proprio nel locale attira balordi che pochi giorni fa è stato chiuso definitivamente dal prefetto di Perugia. Filmano il raduno clandestino e allertano tempestivamente le forze dell’ordine. Della festa abusiva che si è consumata nella notte di domenica sera nel locale etnico di via Campo di Marte ne scrive il Corriere dell’Umbria, sottolineando l’intervento immediato delle forze dell’ordine proprio su segnalazione dei residenti, sempre attenti e pronti ad una collaborazione con chi di dovere.
E così, dopo il blitz di vigili urbani, carabinieri e polizia, arriva la soddisfazione dei residenti. Sia per il lavoro fatto dalle forze dell’ordine, sia per quello che loro stessi fanno ogni giorno con le continue segnalazioni – contribuendo, così, a far sì che l’attenzione per il quartiere zona stazione resti alta. «Vorremmo segnalare con soddisfazione, l’intervento della polizia locale e di quella di Stato, su segnalazione dei residenti, nel locale in via Campo di Marte, recentemente chiuso definitivamente dal Prefetto, per una festa abusiva di extracomunitari», scrive nel gruppo Facebook Progetto Fontivegge Giulietto Albioni, cittadino attento al proprio quartiere. E poi, un commento amaro: «Non abbiamo parole per evidenziare la sfacciataggine di questa gente, irrispettosa dei regolamenti e dei provvedimenti presi nei loro confronti». In un commento al post, un plauso anche all’assessore comunale alla sicurezza Luca Merli: «Chiedere di attivare interventi è suo dovere, seguirli sul campo è suo interesse, una modalità non scontata».
Comunque, le cose da fare per Fontivegge – e per renderla sempre più vivibile e sicura – non sono finite. Intanto, un’iniziativa con Perugia&Friends – che chiamerà a raccolta cittadini e turisti dall’inizio di giugno fino a metà settembre – il 25, 26 e 27 agosto. E durante la presentazione dell’evento dei quartieri in festa, l’assessore al marketing territoriale Gabriele Giottoli aveva così annunciato: «Proprio in una zona complessa come quella della stazione, abbiamo ritenuto di fare un segnale sul fronte della coesione sociale, un elemento ovunque messo in crisi dall’emergenza sanitaria. L’obiettivo, ancora una volta, è far sì che le persone si riapproprino dei luoghi in cui vivono».


